La protesta contro il Daspo al Bocia
Indagini a tappeto, anche sulle «bombe»

Sono in corso indagini da parte della Questura di Bergamo per ricostruire quanto avvenuto sabato sera durante e dopo la partita Atalanta-Shakhtar Donetsk.

Un centinaio di ultrà atalantini ha raggiunto la Questura e inscenato una protesta in difesa del leader, il «Bocia», al secolo Claudio Galimberti, recentemente raggiunto da un ennesimo Daspo, il provvedimento che gli vieta di frequentare lo stadio per 5 anni. Davanti alla Questura sono state lanciate anche bomba carta.

Il motivo? Il 12 aprile scorso, prima di Atalanta-Sassuolo, l’ultrà era entrato nell’antistadio con la testa di una porchetta, da consegnare ai poliziotti di stanza al filtraggio. Le telecamere della polizia l’avevano ripreso ed era così scattata la procedura che ha indotto il questore Girolamo Fabiano a emettere il Daspo di 5 anni con obbligo di firma.

Per gli inquirenti l’area di prefiltraggio è da intendersi come area stadio, mentre per il legale del Bocia no. Così sabato, prima della partita, proprio il Bocia, scortato da un centinaio di ultrà, è arrivato in questura, mostrati striscioni e scanditi cori contro la polizia.

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