Valanghe, autosoccorso e Artva, torna 'Maiella l'altra neve'

(ANSA) - PRETORO, 07 MAR - Tre giorni di lezioni teoriche e attività sul campo - ricerca ARTVA, sondaggio, tecnica di scavo, analisi stratigrafica, meteorologia, bollettino meteomont, gestione sanitaria - con simulazione di uno scenario che ha consentito di sperimentare le difficoltà oggettive che può incontrare la macchina dei soccorsi sulla neve. E' il corso "Valanghe, autosoccorso e Artva", svoltosi sulla Maielletta, nel Parco Nazionale della Maiella, dal 3 al 5 marzo nell'8/a edizione dell'evento "Maiella l'altra neve". I 24 partecipanti - da Abruzzo, Puglia ed Emilia-Romagna - hanno svolto un processo formativo sull'uso delle attrezzature di autosoccorso in caso di incidente da valanga e su come prevenire il rischio di essere travolti. Il Decreto legislativo 40/2021 "Sicurezza nelle discipline sportive invernali" prevede (art. 26 comma 2) l'obbligo di munirsi dei dispositivi elettronici di segnalazione e ricerca, con pala e sonda, per "garantire un idoneo intervento di soccorso".

Il corso è stato organizzato da CAI di Arsita (Gruppo Grotte), Scuola Alpinismo e Scialpinismo "Nestore Nanni" del CAI L'Aquila e Parco della Maiella, patrocinio della Commissione Centrale Speleologia e Torrentismo CAI e partecipazione di Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo (Sasa), Servizio Valanghe Italiano e tecnici Recco e Meteomont. Preziosa la collaborazione del gestore degli impianti, società "Majelletta WE".

Alfonso Ardizzi, vicepresidente Sasa e consigliere nazionale Cnsas, ha rimarcato la necessità di incrementare la formazione per i soci Cai. L'istruttore di alpinismo e scialpinismo Rubino De Paolis si è soffermato sulle necessità di aumentare gli organici delle scuole Cai. Il Delegato Alpino del Sasa Paolo Di Quinzio si è soffermato sulla figura del Tecnico di Centrale Operativa che avrà formazione idonea a gestire le chiamate di soccorso in ambiente impervio e innevato. Il direttore del Parco (soccorritore e qualificato Cai) Luciano Di Martino ha fatto notare che "l'incremento di queste attività outdoor rende tutti consapevoli della necessità di veicolare le giuste informazioni a più livelli per evitare incidenti e indirizzare al meglio la sostenibilità del turismo nelle aree protette". (ANSA).

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