Addio a Martino Piccinini
Portò il metano in città

L’imprenditore iniziò l’attività nel 1952, oggi continuata dai figli con Ressolar. Aveva 96 anni. Giovedì i funerali.

«Abbiamo avuto la fortuna di averlo come papà, un esempio di grande onestà e di giustizia nei confronti di tutti». Con poche parole semplici, ma commosse, Gianluigi Piccinini ha ricordato, insieme alla sorella Marina, il papà Martino Piccinini, l’imprenditore scomparso martedì 25 giugno all’età di 96 anni, che ha condotto la sua azienda, nata nel 1952 grazie all’intuizione delle potenzialità del gas metano, fino alla nascita di Ressolar. La società, con sede a Bergamo, oggi realizza impianti per la generazione di energia elettrica attraverso fonti alternative, soprattutto nel campo fotovoltaico, geotermico e solare termico.

«Questi uomini nascevano 100 anni fa – sottolinea il figlio –. È stato un pioniere nel portare il metano in città. Un maestro di imprenditoria che ha trasmesso a noi figli la sua stessa passione e le sue straordinarie capacità manageriali». L’avventura di Piccinini parte nel 1952, in una Italia appena uscita dalla guerra: inizia a costruire acquedotti e intuisce le potenzialità del gas metano che, da lì a poco, avrebbe trasformato il Paese. Poco dopo realizza il suo primo impianto, a Soresina (Cremona) e inizia così la lunga storia che, nel 2006, porterà alla nascita di Ressolar, società oggi guidata con successo dai figli Gianluigi e Marina: «Era orgoglioso di noi e di questo siamo fieri». Giovedì 27 giugno alle 10,30 i funerali nella chiesa parrocchiale di Borgo Santa Caterina.

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