Bergamo, l’Unione inquilini all’attacco
«Boom di sfratti, ma case popolari vuote»

«Cinquecento case popolari senza persone, 500 famiglie sfrattate senza casa». Sabato 23 gennaio alle 11 presidio delle famiglie sfrattate davanti al cantiere delle case Aler di Bergamo, via Borgo Palazzo 179. L’Aler: Bergamo unico caso lombardo in cui la morosità è calata nel 2015, entro giugno la consegna di 60 nuovi appartamenti.

«I dati – si legge in un comunicato – evidenziano la crescita inarrestabile degli sfratti a Bergamo e provincia: le richieste di esecuzione di sfratto sono state 2.529 nel 2014 (+48%), le esecuzioni con l’ausilio della forza pubblica sono state 540 con un incremento del 2% rispetto all’anno precedente. Anche chi ha acceso un mutuo per l’acquisto della prima casa da tempo fatica a sostenere le rate e finisce con il subirne la requisizione. Nel 2012 le insolvenze nel pagamento dei mutui erano aumentate del 23% rispetto all’anno precedente (dati forniti da Adusbef)».

«È di evidenza comune – prosegue l’Unione inquilini – lo stretto legame tra l’incidenza della crisi economica e la dimensione duratura dell’emergenza sfratti. Infatti nel 91% dei casi le ingiunzioni di sfratto sono dovuti alla morosità, conseguenza diretta di cassa integrazione, perdita del lavoro, precarietà e caduta del redditi degli affittuari». «Tantissime famiglie non ce la fanno più a pagare gli affitti troppo elevati del mercato privato: i canoni continuano a crescere e arrivano in media a 500 euro mensili per un monolocale e 600 euro per un bilocale. A Bergamo e in provincia, assistiamo ad un aumento della richiesta di accedere ad alloggi popolari ma questo avviene in un contesto di insufficiente disponibilità. Nella sola città capoluogo la domanda di case popolari non soddisfatta nel 2018 arriverà a 8.538 abitazioni, in provincia sarà di 23.573 (Ricerca “Offerta e fabbisogni abitativo al 2018 in Lombardia”, Cisl/Politecnico di Milano, 2010)».

«In città a Bergamo la crescente richiesta di alloggi popolari si scontra con i ritardi dell’Amministrazione comunale sul terreno della realizzazione di nuovi alloggi popolari ma anche nella messa a disposizione di quelli vuoti. Nella città di Bergamo il numero di case popolari (pubbliche!) tenute vuote è in crescita. La stima dei sindacati è di circa 500 alloggi: 250 sono le case popolari comunali ancora oggi non assegnate perché inagibili a causa della mancata manutenzione straordinaria (da circa un anno l’attuale Amministrazione comunale ha dato in gestione ad Aler il patrimonio ma i lavori di sistemazione non sono ancora iniziati). 200 circa sono gli alloggi nuovi o restaurati, ma non ancora assegnati: in via Carnovali n° 43-63 i lavori sono terminati ma sono stati assegnati soltanto 30 alloggi; in via Borgo Palazzo i lavori per 107 alloggi, iniziati nel 2005 sono ancora in corso. 150 sono gli alloggi Aler resi disponibili nel corso degli ultimi due anni (a causa di decessi o trasferimenti degli assegnatari) ma i lavori per renderli adatti ad una nuova assegnazione non sono ancora terminati».

«Nell’ultimo bando – prosegue l’Unione – il Comune di Bergamo è riuscito ad assegnare soltanto una settantina di case popolari, a fronte di un numero di famiglie con il diritto alla assegnazione che supera le mille unità (1.154). Soltanto il 6 % delle domande. In questa situazione di emergenza abbiamo indetto una mobilitazione straordinaria. Invitiamo tutti i cittadini solidali, i comitati e le associazioni che difendono il diritto all’abitare, le forze politiche e sindacali al presidio previsto davanti al cantiere di via Borgo Palazzo n° 179 (vicino al Sert) sabato 23 gennaio dalle ore 11». «Chiediamo alla Prefettura di intervenire per superare i gravi ritardi degli enti locali e dell’Aler e imporre la sospensione delle esecuzioni degli sfratti in modo che nessuno rimanga sulla strada. Chiediamo al Comune di Bergamo, a tutti i comuni della Provincia e all’Aler di predisporre politiche per aumentare gli alloggi pubblici a canone sociale, partendo da un tempestivo utilizzo e assegnazione degli alloggi già disponibili».

Sul tema sollevato dall’Unione inquilini interviene l’Aler che sottolinea come l’andamento del livello di morosità abbia subito una crescita costante negli anni che vanno dal 2012 al 2014, facendo registrare un cambio di passo proprio Bergamo dove a partire dal 2014, la parabola ha iniziato il suo percorso discendente passando dal 14,69% al 13,37% del 2015, un dato fortemente al di sotto di quello del 2013 e pressoché unico per il settore, in Lombardia. E sempre l’Aler fa sapere che entro giugno 2016, in accordo con il Comune di Bergamo, saranno consegnati 60 nuovi appartamenti.

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