Bergamo, si allarga il Daspo urbano
Alcol, sarà possibile limitare la vendita

Sarà più ampio il perimetro per l’applicazione degli ordini di allontanamento dai luoghi pubblici e sarà possibile per il sindaco individuare luoghi e locali in cui limitare la vendita di bevanda alcoliche in alcune ore della giornata: sono le due novità approvate dalla Giunta Gori in materia di sicurezza urbana.

Si allarga in città il perimetro per l’applicazione degli ordini di allontanamento dai luoghi pubblici e sarà possibile per il sindaco individuare luoghi e locali in cui limitare la vendita di bevanda alcoliche in alcune ore della giornata: sono le due novità approvate dalla Giunta Gori in materia di sicurezza urbana, due provvedimenti che rappresenteranno strumenti in più per migliorare la vivibilità delle strade cittadine e dei quartieri.

In primo luogo l’estensione degli ordini di allontanamento, ovvero il provvedimento più noto come Daspo urbano introdotto nel 2017 dall’allora ministro dell’Interno, Marco Minniti, nell’omonimo decreto. Da allora ai sindaci sono conferiti poteri di intervento quando c’è «pregiudizio alla vivibilità urbana», ovvero quando ci sono fenomeni che riguardano il degrado, l’incuria, l’accattonaggio molesto, l’abusivismo, l’occupazione illecita di spazi pubblici, il consumo di alcol e altri comportamenti che offendono il decoro e la pubblica decenza. In questi casi, la polizia locale può intervenire con una sanzione che va da 300 a 900 euro e con appunto l’ordine di allontanamento dal luogo interessato per 48 ore.

Il decreto era applicabile in alcune zone delle città: nelle zone caratterizzate da infrastrutture come ferrovie, stazioni e aeroporti (a Bergamo quindi l’area intorno a piazzale Marconi, quella delle Autolinee e la zona della Teb) e anche nei luoghi di particolare pregio storico, architettonico e artistico e in quelli di attrattività turistica (il centro storico di Città Alta, le Mura Venete, la Gamec e l’Accademia Carrara, il Centro piacentiniano, parchi e giardini comunali. Ora il Comune di Bergamo allarga il perimetro, come stabilito dal decreto Sicurezza, anche a presìdi sanitari (a un raggio di circa cento metri) e a fiere, mercati e spettacoli, proponendo al Consiglio comunale di modificare il regolamento di Polizia urbana.

Nei tre anni di applicazione del Daspo Bergamo ha registrato numeri significativi, un totale di 243 provvedimenti, passando dai 71 ordini di allontanamento del 2017 agli 88 del 2018, ai 74 del 2019 ancora in corso. Un dato che avvicina Bergamo agli altri capoluoghi italiani. Secondo l’Anci, nel solo 2018, a Verona sono stati emessi 257 ordini di allontanamento, 137 a Milano, 83 a Firenze, 226 a Napoli, 50 a Bologna e 113 a Palermo.

«Abbiamo deciso di sfruttare le ulteriori possibilità previste dal decreto sicurezza in tema di ordini di allontanamento – spiega il sindaco, Giorgio Gori – ma non possiamo non sottolineare il fatto che si sia persa un’occasione. In una lettera all’allora ministro Salvini avevamo infatti chiesto di conferire ai Comuni completa discrezionalità in termini di Daspo, contando sulla profonda conoscenza del territorio e delle situazioni più delicate che esistono nelle città da loro amministrate. Questo non è ancora avvenuto, ma confidiamo che il neoministro dell’Interno possa mettere mano alla norma in tal senso. L’ordine di allontanamento è uno strumento con dei limiti, non è certo la soluzione dei problemi di sicurezza delle città. Rappresenta comunque un modo per fare pressione, per comunque intervenire a tutela della vivibilità degli spazi pubblici e per fornire alla Questura un quadro ancora più esaustivo dei soggetti che gravitano nelle aree più delicate della città».

Il secondo provvedimento approvato mercoledì dalla Giunta modifica invece il Regolamento di convivenza civile approvato quasi quattro anni or sono dal Comune di Bergamo e prevede la possibilità per il sindaco, in locali in cui o intorno ai quali si verifichino situazioni di disordine, degrado, schiamazzi e comportamenti molesti, di limitare le ore del giorno in cui sia lecita la vendita di bevande alcoliche. Un provvedimento, questo, che potrà essere applicato non solo ai bar, ma anche a negozi di vicinato e di artigiani e che condivide lo stesso concetto alla base del Regolamento stesso, cioè che sia possibile limitare attività delle attività commerciali laddove sia comprovata una situazione di degrado e di inciviltà.

«Si tratta di uno strumento in più – sottolinea il vice sindaco Sergio Gandi – di cui ci dotiamo per essere più efficaci su strade e quartieri nei confronti di episodi di degrado che derivano dall’abuso di bevande alcoliche. Spesso abbiamo segnalazioni ed esposti da varie vie della città sulle attività e i conseguenti rumori di locali che somministrano alcool a qualunque ora a persone che poi si distinguono per schiamazzi, disturbo della quiete pubblica e comportamenti molesti. Con questo provvedimento, sarà possibile stendere un’istruttoria apposita e laddove si verificheranno ulteriori episodi di questo genere, sarà possibile limitare la vendita di bevande alcoliche, colpendo in modo efficace e mirato quelle situazioni che generano disturbo e disagio ai quartieri e ai loro residenti».

«Con il regolamento – commenta la comandante della Polizia locale, Gabriella Messina – abbiamo cercato di studiare una soluzione che consentisse di intervenire nei confronti di quei comportamenti che i cittadini molto spesso segnalano: soprattutto nei confronti di soggetti che acquistano bevande alcoliche e assumono poi atteggiamenti contrari al vivere civile nelle aree circostanti al negozio in cui hanno comprato da bere. Una volta approvato il nuovo articolo del Regolamento, avvieremo una attività di controlli per poi costituire l’istruttoria che sarà alla base delle eventuali ordinanze di limitazione a firma del sindaco».

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