Bossetti, respinta la richiesta sui campioni di Dna

La Corte d’Assise di Bergamo ha dichiarato inammissibile la richiesta di conoscere lo stato e il luogo di conservazione dei campioni di Dna avanzata di difensori del muratore di Mapello condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio.

Un altro no dai giudici sui reperti del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio. La Corte d’Assise di Bergamo ha dichiarato inammissibile la richiesta di conoscere lo stato e il luogo di conservazione dei campioni di Dna , dopo l’annullamento con rinvio disposto dalla Cassazione lo scorso 26 luglio 2021 in relazione alla richiesta degli avvocati di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello in carcere dal giugno del 2014, condannato definitivamente all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. In passato altre due volte i giudici orobici si erano espressi negativamente sulla richiesta di accedere e analizzare i campioni stessi. Lo hanno reso noto i legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini nella trasmissione Iceberg di Telelombardia, in onda questa sera, che ha diffuso un’anticipazione. «Stiamo già lavorando al quinto ricorso», ha sostenuto l’avvocato Salvagni, sottolineando che «è fondamentale» conoscere lo stato di conservazione perché «affinché si possano fare delle analisi sul Dna, occorre che questo sia stato conservato a temperatura costante e sotto lo zero così com’era custodito al San Raffaele di Milano prima della confisca». «Sono confinato, trattenuto dentro a queste mura che ogni giorno mi stanno sempre più strette, continuo nel vedermi la dignità disconosciuta, disprezzata, calpestata e i miei diritti fondamentalmente ignorati e violati», ha scritto in una lettera alla trasmissione Bossetti.

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