Bossetti ritorna in aula: udienza 35
Prosegue la carrellata di testimoni a difesa

Ricomincia dopo la mini-pausa di Pasqua il processo a carico di Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio: siamo all’udienza numero 35.

Esaurita la lista testi di accusa e parte civile, prosegue la carrellata di testimoni a difesa. Gli avvocati difensori Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno citato per l’udienza di mercoledì 30 marzo una quindicina di persone, fra cui uno dei consulenti informatici di parte che tenterà di smontare le tesi dell’accusa riguardo alle ricerche hard scoperte nelle memorie dei computer di casa Bossetti, in particolare quelle ritenute più compromettenti dal pm Letizia Ruggeri perché indirizzate verso ragazzine.

La difesa del muratore ha prodotto nei giorni scorsi una nuova lista testimoni ampiamente sfrondata rispetto a quella depositata all’inizio del processo: da 711 a 160 nomi circa, che i legali del muratore di Mapello ritengono però «irrinunciabili». La Corte potrebbe decidere di ammetterli tutti oppure solo una parte, in base al criterio della rilevanza e in base all’attività istruttoria sin qui condotta, ma potrebbe anche ovviare, in alcun casi, con l’acquisizione dei verbali di sommarie informazioni testimoniali contenuti nel fascicolo del pubblico ministero, in caso non vi fossero obiezioni da parte di pubblica accusa e parte civile (buona parte dei testi a difesa è infatti già stata sentita dagli inquirenti nel corso delle indagini).

Nell’elenco finale dei testimoni che la difesa vorrebbe portare in aula per cercare di smontare gli elementi a carico dell’imputato figurano diverse categorie di persone. Ci sono frequentatori del centro sportivo di Brembate Sopra, che quella sera si trovavano lì in orario compatibile alla scomparsa. Ci sono residenti di Brembate Sopra che gravitavano nell’isolato palestra - casa di Yara, che non hanno visto l’imputato né la vittima (una delle tesi alternative avanzate sin dalle prime battute del processo dalla difesa è che Yara non sia uscita dalla palestra per andare incontro al suo assassino, ma che le sia accaduto qualcosa all’interno di quelle mura).

Ci sono poi le presunte piste alternative: i legali intendono citare nelle prossime udienze, ad esempio, anche una ragazza che aveva denunciato di essere stata seguita da un autocarro a Brembate Sopra nei giorni precedenti alla scomparsa di Yara, una fisioterapista che disse di essere stata importunata quello stesso 26 novembre 2010, ma anche alcuni ragazzi che frequentavano un punto d’incontro chiamato «Gazebo» nei pressi del centro sportivo.

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