Irma a 93 anni quattro chilometri a piedi
per l’ultimo saluto a Carlo Riva

Irma Radici, da Credaro ai funerali: «mio marito era il suo tornitore, l’ingegnere ci ha sempre aiutati». Così si è fatta quattro chilometri per il commiato.

Il giorno dopo l’ultimo saluto è tutto dedicato al cordoglio. Testimonianze di affetto per Carlo Riva e per la sua famiglia continuano ad arrivare a centinaia, da Sarnico, dal lago, da ogni angolo d’Italia e del mondo. Non bisogna andare così lontano, però, per scovare il gesto d’affetto più tenero. Basta arrivare a Credaro. Mercoledì mattina la signora Irma Radici, 93 primavere sulle spalle, ha infatti deciso che non poteva assolutamente mancare ai funerali dell’ingegnere. Carlo Riva non solo aveva dato lavoro al marito oggi scomparso, Dino Vavassori (per tutti il «turnidur»). «Lo aveva anche assistito personalmente durante un periodo di malattia trascorso in un ospedale inglese» racconta lei. Che senza avvisare nessuno, dunque, di buonora mercoledì ha preso la sua borsetta e si è diretta a Sarnico. Come? A piedi.

Novantatré anni e quattro chilometri macinati su una provinciale, non proprio isolata. La signora credarese non si è fatta mancare nulla: sulle sue gambe ancora perfettamente funzionanti ha fatto visita a Carlo Riva nella sua villa di via Predore, ha poi partecipato alle esequie nella parrocchiale di Sarnico ed è arrivata anche al cimitero per l’ultimo saluto. Poi, si è diretta verso casa. Verso Credaro. Di nuovo a piedi. Per sua fortuna, sulla salita fra Sarnico e Villongo, Sandro Paris (storico collaboratore dell’ingegnere, il cui messaggio di addio è stato letto ai funerali mercoledì mattina) l’ha notata e le ha risparmiato l’ultimo tratto.

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