Passerella galleggiante sul lago
In «bilico» l’attività dei pescatori

«The floating piers» potrebbe procurare qualche guaio ai pescatori professionisti, soprattutto a quelli che usano le cosiddette «reti volanti».

Anche i pescatori del Sebino ringraziano Christo per aver scelto il «loro» piccolo e ormai ex semi-ignoto lago italiano a fare da tela alla sua opera d’arte. Ma ogni medaglia ha il suo rovescio. «The floating piers» potrebbe, infatti, procurare qualche guaio ai pescatori professionisti del lago (le licenze concesse sul Sebino superano la trentina, di cui solo cinque sono bergamasche). Soprattutto a quelli che usano le cosiddette «reti volanti»: maglie che non vengono fissate al fondo, ma che si spostano a seconda di venti e correnti.

L’ostacolo numero uno lo spiega Giovanni Balderacchi, rappresentante della delegazione sebina di Anapi (Associazione nazionale autonoma piccoli imprenditori della pesca): «Se gettiamo le nostre reti nel tratto del Sebino in cui verrà installata l’opera d’arte, fra Peschiera e Sulzano, c’è la probabilità altissima che vadano a impigliarsi nell’installazione, danneggiandosi irreparabilmente. Parliamo di reti lunghe dai 100 fino ai 600 metri e che possono arrivare a costare oltre 600 euro». Una domanda però sorge spontanea: ma non si può, almeno per quei 16 giorni, pescare in un altro punto del lago? La risposta è netta: «Proprio perché soggetto a correnti molto forti– spiega Balderacchi – il canale Peschiera Sulzano è in assoluto il più pescoso: parliamo di sardine, coregone, persico. I principi del lago. Questo tratto è una garanzia: ce lo dice l’esperienza secolare».

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Eco di Bergamo La passerella sul lago