Pensionati residenti in Bulgaria
Ma solo sulla carta. E il fisco va ko

«Hanno la residenza in Bulgaria, con regolare contratto d’affitto, così percepiscono la pensione lorda, piena, esentasse. Ma poi restano in Italia». Lo rivela l’inchiesta de L’Eco di Bergamo sui pensionati in fuga dal Bel Paese e diretti alla volta di Sofia.

Una fuga solo sulla carta perché dopo aver espletato la pratica di espatrio, molti tornerebbero sui loro passi godendo tuttavia del privilegio di incassare la pensione senza la trattenuta Irpef. Ad alimentare questa prassi che sarebbe ormai consolidata c’è la legge bulgara per la quale per avere la residenza basta che si viva in Bulgaria almeno 183 giorni, per il resto dell’anno si può vivere ovunque.

A ciò si aggiunga l’assenza di controlli. «Nessuno si è mai sognato di entrare in un appartamento e verificare la presenza di un italiano o la stipula del contratto d’affitto» dice una persona intervistata da L’Eco di Bergamo. L’unico problema è legato alla sanità. Chi è iscritto all’Aire (italiani residenti all’estero) non può farsi curare in Italia, ma nel Paese di residenza. Ma in Bulgaria c’è chi va per farsi curare i denti. La questione è tutt’altro che limpida, tanto che vi sarebbero bulgari compiacenti che vivono nei block (condomini dell’ex regime comunista) che offrono stanze in affitto dove nessun italiano si è mai visto. In Bulgaria vi sarebbe anche chi ha lucrato e forse lucra ancora sui pensionati italiani, promettendo consulenze a caro prezzo per districarsi nell’arcipelago delle leggi scritte in cirillico.

L’inchiesta de L’Eco propone poi una serie di interviste a bergamaschi residenti in Bulgaria e altri che sono in procinto di fare la scelta di trasferirsi a Sofia.

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