Profugo o terrorista? Al siriano
18 mesi per il passaporto falso

Un anno e sei mesi per aver tentato di imbarcarsi per Malta con un passaporto falso, un mese fa. In Tribunale è stato nuovamente il giorno di Alhali Faowaz, il trentenne siriano che si dice profugo.

Poi però è finito nel mirino dell’antiterrorismo per una serie di foto molto compromettenti trovate in una micro scheda del suo cellulare dagli agenti della polizia di frontiera di Orio al Serio.

Fosse stato come uno dei (tanti) stranieri pizzicati dagli agenti aeroportuali nel tentativo di viaggiare con documenti non in regola, dopo la sentenza pronunciata avrebbe potuto lasciare il Tribunale con una prospettiva diversa dalle quattro mura di una cella.

Quelle immagini invece, scoperte in un clima di allerta massima in tutta Europa (erano trascorsi solo pochi giorni dagli attentati che hanno insanguinato Parigi) lo tengono ancorato in fondo al tunnel di un’inchiesta la cui fine sembra non imminente.

Vero profugo o terrorista? Due le ipotesi, alternative e contrastanti. Le foto dell’Isis che si portava dietro nel suo lungo peregrinare per l’Europa, con destinazione Malta, erano il biglietto da visita con cui si sarebbe dovuto accreditare agli occhi di esigenti e spietati reclutatori di manovalanza jihadista?

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