Pubblicità, Google fa le pulizie
Via 780 milioni di spot «furbetti»

Google inasprisce la lotta alla pubblicità online «cattiva». Tra spot che promuovono merci fasulle tipo pillole miracolose per perdere peso o finti orologi di marca, farmaci non approvati, o ancora pubblicità che contengono malware pronti a infettare smartphone e pc, nel 2015 la compagnia ha rimosso 780 milioni di inserzioni, quasi il 50% in più rispetto ai 524 milioni del 2014.

In un post sul suo blog, Google spiega che questa operazione di pulizia frutto di norme stringenti e di un team mondiale di oltre mille persone dedicato a scovare e rimuovere gli spot inappropriati. Uno sforzo ingente, ma comprensibile se si considera che il 90% delle entrate di Big G arriva dalla pubblicità.

Nella scure di Google sono finiti 10 mila siti e 18 mila account che tentavano di vendere merci contraffatte come borse e orologi, insieme a 30mili siti che promettevano rimedi e integratori miracolosi per dimagrire. Sono stati inoltre bloccati oltre 12,5 milioni di annunci relativi a medicinali. Si tratta di farmaci non approvati per l’uso, o che millantano la stessa efficacia di quelli per cui è necessaria una prescrizione medica.

All’argomento la compagnia di Mountain View è particolarmente sensibile: nel 2011 acconsentì a pagare 500 milioni di dollari per risolvere un contenzioso legale con il Dipartimento della giustizia statunitense, secondo cui la pubblicità delle farmacie online canadesi aveva contribuito all’importazione illegale in Usa di farmaci con obbligo di prescrizione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA