Scuola, ancora polemica sui troppi compiti
Il ministro Giannini: «Diminuiranno»

«Tutti i 750 mila insegnanti torneranno sui banchi di scuola. Ancora troppi docenti applicano il vecchio modello di insegnamento: io sto in cattedra, spiego e voi ascoltate. Gli studenti di oggi, nati tra computer e smartphone, non si accontentano più. I professori dovranno allora partecipare ai corsi di formazione che si terranno in ogni istituto e approfondire indispensabili temi e materie come il digitale e la lingua inglese»

Lo annuncia in un’intervista a “Gente”, in edicola da sabato 8 ottobre, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Il ministro parla anche della riforma degli esami: «Quello delle medie è una specie di candidatura al Nobel, ci sono cinque prove scritte, una batteria di professori che interroga. Va modernizzato. La maturità? Il quizzone, l’unica delle tre prove non disciplinare, andrebbe sostituito magari con la certificazione delle competenze, ottenuta con gli Invalsi eseguiti dalle elementari fino al liceo». Infine, dei tanti appelli a eliminare i compiti a casa dice: «Io penso che i compiti non si possano cancellare per legge e che la libertà d’insegnamento sia sacra», è la premessa del ragionamento della ministra. «La polemica sui compiti è un po’ stagionale - prosegue - Comprensibile quando il carico supera certi limiti così come sono comprensibili le perplessità di molti genitori. Ma proprio grazie alla Buona Scuola sta partendo un cambiamento culturale nella scuola con modalità innovative e interattive di lavoro in classe e fuori dalla classe. Il carico di compiti va ovviamente dosato a seconda dell’età degli alunni ma proprio con le nuove modalità previste dalla 107 sia i ragazzi che i docenti saranno maggiormente responsabilizzati».

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