Sette morti in 5 giorni nella Bergamasca
Dolore e vite spezzate: sono tutti giovani

Sette morti in soli cinque giorni. Un lunghissima striscia di sangue dove le vittime sono soprattutto i giovani.

Giovedì scorso: Michele Brevi, 43 anni, di Bagnatica ma originario di Telgate, muore in uno schianto in moto poco dopo le 21, in via Trieste a Credaro. L’incidente in un tratto di provinciale già teatro di episodi mortali, in prossimità del centro del paese.

La lista dei morti sulle strade prosegue poco dopo la mezzanotte di venerdì, quando Raffaele Biava, impiegato ventinovenne di Bergamo, muore sull’autostrada A4: la sua auto, un’Audi Q3, rimane schiacciata tra due tir. Per lui non c’è stato nulla da fare. Era stato calciatore, con la carriera iniziata proprio nelle file della Primavera dell’Atalanta.

Si arriva alla tragica notte di sabato, quando dopo mezzanotte, sull’ex strada statale di Caravaggio, muoiono in uno scontro d’auto tre amici di Mozzanica: Alessandro Surace, 18 anni, Alessio Manara, 18 e Daniele Colombelli di 19 anni. Salvo il quarto amico che viaggiava con loro.

Sempre domenica, ma di mattina, verso le 10, un’altra disgrazia della strada: un diciannovenne di Treviglio, Simone Scotti, muore dopo essersi schiantato con la sua moto contro un guardrail, sulla provinciale 128 verso Brignano.

Infine, lunedì, l’incidente in auto che è costato la vita a Alessandro Segreto, 27 anni, lecchese: è morto schiantandosi contro un muro, dopo aver superato un’auto dei carabinieri a fari spenti.

Giornate di lutto e dolore per la Bergamasca che si pone interrogativi sulla sicurezza stradale e si raccoglie attorno alle famiglie dei giovani la cui vita si è spezzata.

Su L’Eco di Bergamo del 26 aprile quattro pagine di approfondimento

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