Università, pochi fondi e poco personale
Ecco perché Bergamo è penalizzata

Tutti i numeri che dimostrano la penalizzazione con cui deve fare i conti l’Università di Bergamo. Rispetto alla media nazionale mancano fondi per oltre 27 milioni di euro.

Crescere e aumentare l’offerta formativa per gli studenti nonostante 27 milioni di euro di fondo mancante rispetto alla media nazionale. Il caso dell’università di Bergamo è unico in Italia e gli appelli ormai non si contano più. L’ultimo in ordine di tempo è stato lanciato dal rettore Remo Morzenti Pellegrini durante l’incontro con i parlamentari bergamaschi a cui è stato chiesto di bussare con più forza alla porta del ministero per strappare un trattamento più equo.

I numeri dimostrano che UniBg cresce ogni anno nonostante abbia risorse limitate rispetto alla concorrenza: aumenta la reputazione internazionale (al 94esimo posto nella Young University Rankings), aumentano gli iscritti e aumenta – ma è un dato negativo – il rapporto tra studenti e docenti, sempre più alto. I fronti critici aperti sono due: il personale e i fondi. Come dimostrano le infografiche interattive realizzate da L’Eco sulla base dell’elaborazione dei dati ministeriali, c’è un evidente squilibrio tra il personale a disposizione di UniBg rispetto ad altri atenei comparabili in termini di dimensione e tipologia.

Lo stesso si può notare nel finanziamento, o meglio, sottofinanziamento generale e per studente. Se nel 2008 mancavano 21 milioni di euro rispetto alla media nazionale, nel 2017 la cifra è salita a 27,7 milioni di euro con un aumento pro capite da -1454 euro a -1604.

In questa infografica si vede la netta differenza tra il fondo medio per studente a livello nazionale e quello stanziato per l’Università di Bergamo.

Il rettore Remo Morzenti Pellegrini si appella ai parlamentari: «Parlamento e Regione hanno competenze specifiche in materia – spiega -. L’incontro è per aiutarci a riequilibrare la situazione e per dare all’università virtuosa, lo dicono i dati, una prospettiva di crescita. L’obiettivo non è togliere agli altri, ma avere la possibilità di spendere almeno le nostre risorse». I parlamentari hanno assicurato che chiederanno un incontro al ministero e porteranno all’attenzione del nuovo ministro Marco Busetti il caso dell’università di Bergamo.

Qui potete consultare l’intera analisi comparativa

© RIPRODUZIONE RISERVATA