Fari su emarginati e senza dimora
Una 3 giorni per non dimenticare

«L'unica città sicura è quella che si cura». È questo lo slogan de «La notte dei senza dimora», l'evento con cui l'Ambito Territoriale 1 di Bergamo in collaborazione con le realtà presenti nel «Tavolo emarginazione sociale e povertà» di Bergamo, anche quest'anno intende stimolare la popolazione su alcune tematiche relative alla sicurezza e alla marginalità.

Venerdì 15 ottobre, al Quadriportico del Sentierone alle 21, si svolgerà «La notte dei senza dimora», un concerto con seguito di castagnata a cui prenderanno parte Trevisan, Fuso e il Morgan Acoustic trio.

Sabato 16 alle 20,45 presso il Santuario della Beata Vergine del Buon Consiglio di Villa di Serio, si terrà la veglia di preghiera «Lieti nella speranza, solleciti per le necessità dei fratelli» presieduta dal Vescovo di Bergamo, Monsignor Francesco Beschi, e organizzata dalla Caritas.

Lunedì 18, in conclusione della tre giorni: «Aggiungi un posto a tavola» presso la stazione delle Autolinee di Bergamo. Alle 12 il pranzo al «Posto caldo»  offerto dall'Associazione cuochi bergamaschi, mentre dalle 10 alle 24 ci sarà il «Camper no stop» degli operatori del Servizio Esodo e dei volontari dell'Associazione In strada.

Il Consiglio dell'Unione europea ha designato il 2010 come «Anno europeo della lotta alle povertà e all'esclusione sociale». L'occasione della «Giornata mondiale dei senza fissa dimora» sembra quindi il momento migliore per avviare una riflessione sulla connessione tra sicurezza e marginalità.

Pensiamo, fanno sapere gli organizzatori dell'evento, «che l'unica città sicura è quella che si cura. Questa giornata ci offre l'opportunità per sensibilizzare su queste tematiche l'opinione pubblica bergamasca. Non vorremmo però che fosse una singola occasione ma ci riproponiamo di mantenere viva l'attenzione attraverso altre iniziative durante tutto l'arco dell'anno».

Anche nella nostra città, prosegue la nota degli organizzatori, «la condizione di marginalità di molte persone è una realtà evidente (oltre 800 le persone che si sono rivolte ai servizi di bassa soglia nel 2009) che determina frequentemente un sentimento di paura e di conseguente chiusura nei loro confronti. Il nostro obiettivo primario è operare per costruire luoghi significativi, dentro la nostra città, che attraverso l'incontro con l'altro offrano la possibilità a tutti i cittadini di sentirsi appartenenti e vitali in quanto corresponsabili del “buon-vivere” del nostro territorio».

Questo, concludono gli organizzatori, «ci permette di approdare ad un senso di sicurezza come bene collettivo e condiviso che genera solidarietà, appartenenze e legami reciproci. Un intreccio ottimale tra scelte politiche, servizi sociali e comunità locale che operano per il bene comune: significa lavorare insieme per occuparci del nostro comune futuro».

Maggiori informazioni www.lavoro.gov.it/annoeuropeopoverta.

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