Un minuto con Dante
«L'uom cui sonno piglia»

«Un minuto con Dante» prosegue con una nuova webcam del prof. Enzo Noris, che, questa volta, ci fa riflettere su un altro verso del sommo poeta: La terra lagrimosa diede vento, che balenò una luce vermiglia la qual mi vinse ciascun sentimento; e caddi come l'uom cui sonno piglia.

E CADDI COME L'UOM CUI SONNO PIGLIA

IF III, 133 ss.

La terra lagrimosa diede vento,
che balenò una luce vermiglia
la qual mi vinse ciascun sentimento;
e caddi come l'uom cui sonno piglia.


Nel canto terzo dell'Inferno Dante e Virgilio varcano due «soglie» che li introdurranno progressivamente nel regno dell'oltretomba, un luogo-non luogo: la prima è la porta con la scritta misteriosa e terrificante, la seconda è il fiume Acheronte. Nella conclusione del canto viene descritto un terremoto, accompagnato da un vento turbinoso e da un bagliore rossastro.

Dante a questo punto perde i sensi e si risveglierà, nel canto successivo, al di là del fiume. Come interpretare questo sonno-svenimento? Sicuramente è un espediente narrativo escogitato ad arte per evitare di dover descrivere come avvenne il passaggio dell'Acheronte. Si tratta forse di una morte simbolica che allude ad una presa di coscienza nuova, necessaria per accedere alle «segrete cose». Un passaggio di stato: da un'esperienza emotiva e passionale ad una conoscenza lucida e razionale.

Quel che certo è che il nostro eroe ha lo svenimento facile: gli succederà di nuovo al termine del drammatico racconto di Francesca, profondamente turbato dalla vicenda dei due amanti-cognati : E caddi come corpo morto cade (If V, 142).

Questi episodi tuttavia possono anche significare che il viaggio di Dante, come ogni nostro viaggio, è soggetto al limite della corporeità: la fatica fisica o le emozioni troppo intense impongono una pausa ristoratrice, uno «stacco» per poter riprendere il cammino con più slancio. Le nostre energie psicofisiche non sono illimitate, prendiamo atto serenamente.

Enzo Noris

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