Torna la rassegna «Giocarteatro»
«Barbablù» va in scena domenica

La rassegna «GiocartTeatro» da vivere con la famiglia nasce dal sodalizio delle due compagnie organizzatrici, Il Teatro Prova e Pandemonium Teatro, con il comune obiettivo di offrire un cartellone ricco di novità e linguaggi artistici differenti, pensato per la famiglia e l'infanzia.

La rassegna «GiocartTeatro» da vivere con la famiglia nasce dal sodalizio delle due compagnie organizzatrici, Il Teatro Prova e Pandemonium Teatro, con il comune obiettivo di offrire un cartellone ricco di novità e linguaggi artistici differenti, pensato per la famiglia e l'infanzia.

Nei cinque anni dalla sua prima edizione, sede storica della manifestazione è stata il Teatro San Giorgio, dove alle produzioni delle compagnie organizzatrici si sono alternate le migliori proposte del Teatro Ragazzi italiano, che hanno arricchito il territorio di nuove esperienze artistiche e nuovi panorami culturali, i quali contengono sempre un implicito invito a spostare lo sguardo più avanti e allargarne le prospettive.

Quest'anno la manifestazione avrà una programmazione “diffusa” che, vedendo nella Casa delle Arti un fecondo terreno di condivisione e accogliendone la proposta, trasferisce al Teatro Sociale appuntamenti domenicali, affiancati da laboratori ludico-creativi al termine di ogni spettacolo.

Teatro Sociale domenica 28 ottobre 2012, ore 16.30
«Barbablù»
Fiaba horror per ragazzi e adulti coraggiosi liberamente ispirato all'omonima fiaba di Charles Perrault di e con Albino Bignamini scene e luci Graziano Venturuzzo produzione Pandemonium Teatro spettacolo selezionato da Regione Lombardia per “Festival Segnali”, dall'Ente Teatrale Italiano per il “Premio Stregagatto”, dalla Regione Lombardia per “Altri Percorsi” Un grande spettacolo per giocare con la paura e provare a sconfiggerla! La storia è quella classica di Perrault, l'autore che amava disegnare personaggi mostruosi, spaventosi ed entrare a piene mani dentro il mondo della paura (ma, come d'obbligo nella tradizione della Fiaba, proponendo finali lieti). In questo spettacolo è Albino Bignamini a fare la parte di Perrault e a condurre i bambini dentro la storia: si inizia con un giro per Parigi, a cavallo, per seguire il corteggiamento che Barbablù farà alla bella Maria, la sua futura sposa; e poi al castello maledetto dove si verificherà la tragedia. La storia si può raccontare in poche parole: Barbablù, ricco vedovo, chiede in sposa la giovane Maria, che accetta, nonostante il disgusto che la barba blu le suscita, abbacinata dalla spropositata ricchezza dell'uomo. Questa ricchezza è a completa disposizione della sposa, purché lei non apra una sola, misera porticina. Maria trasgredirà alla proibizione del marito, scatenandone la furia punitiva da cui solo in extremis sarà salvata. Grazie al potere evocativo della parola e della narrazione, i bambini “vedranno” con i propri occhi l'immenso pranzo che Barbablù offrirà a Maria e potranno ammirare le bellezze e le esagerate ricchezze del castello. Tutto si concretizzerà davanti ai loro occhi perché il teatro sa creare luoghi e spazi che non esistono e che solo la nostra immaginazione può fare vivere. E la magia di questo spettacolo è tutta qui, semplice ma fantasticamente forte. Alla fine di questa esperienza i bambini avranno fatto un percorso tra meraviglie e paure, rendendosi conto della paura che hanno provato (insieme anche a un bel po' di risate!), ma anche della storia che li ha stregati e della paura che se ne sarà andata. Ai grandi resterà una domanda: ma chi è più cattivo, il perfido Barbablù o la traditrice e avida Maria?
Età: da 6 anni Biglietti: unico € 6

«GiocarTeatro» nella Casa delle Arti prosegue come da calendario seguente:
Teatro Sociale domenica 18 novembre 2012, ore 16.30
«Piccolo Asmodeo» da Lilla Asmodeus di Ulf Stark con Tiziano Ferrari adattamento teatrale Nicola Lusuardi, Fabrizio Montecchi regia e scene Fabrizio Montecchi disegni Nicoletta Garioni produzione Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione Lilla Asmodeus, Ulf Stark © Colombine Teaterförlag – Stockholm
Sotto sotto, nelle viscere della terra, dove la luce del sole non arriva mai e dove i merli non cantano sugli alberi, abita Piccolo Asmodeus. Asmodeus è buono, troppo buono per poter vivere tranquillamente nel mondo dei Fuochi e dei Sospiri. Essere cattivo proprio non gli riesce e nemmeno gli interessa e questo, per la sua famiglia, è un grande problema. Per riparare a questo Asmodeus viene sottoposto ad una vera prova e mandato nel mondo della Luce e della Terra: “Dovrai convincere, entro questa sera, almeno una persona a darmi la sua anima!” gli dice il padre “Solo così dimostrerai di essere mio figlio”. Ignaro dell'uomo e delle sue abitudini, assolutamente inconsapevole di quello che lo aspetta, Asmodeus inizia così il suo strampalato viaggio sulla terra. Si trova coinvolto in una girandola di incontri di ogni tipo: una mucca, un prete, un maestro di scuola, un gregge di pecore, un gruppo di bambini, un panettiere. A ognuno di loro, con grande semplicità, Asmodeus ripete quanto insegnato dal padre: “Io posso offrirti qualunque cosa. Basta che tu mi prometta di dare via la tua anima.” Alla fine della sconvolgente giornata però, Asmodeus, incompreso, dileggiato, quando non addirittura maltrattato, si convince che non riuscirà mai in un compito che non sente per niente suo. Ed è in quel momento di grande solitudine e tristezza che incontra Kristina… Piccolo Asmodeus è una favola sul bene e sul male di Ulf Stark, uno dei più affermati scrittori contemporanei per ragazzi. Con sottile ironia ma anche con delicata poesia, con momenti di sana comicità ma anche con acuta problematicità, l'autore ci racconta, senza mai cadere in facili moralismi, di un novello Mefistofele alla ricerca del suo Faust. Età: da 5 anni Biglietti: unico € 6,00

Teatro Sociale domenica 3 febbraio 2013, ore 16.30
«Storie d'Acqua» regia Stefano Mecca ideazione costumi e scene Stefano Facoetti realizzazione costumi Marilena Burini luci Dalibor Kuzmanic e Marco Raineri con Chiara Carrara/Sara Piovanotto, Patrizia Geneletti e Sofia Licini produzione Il Teatro Prova
Azzurrina è una goccia d'acqua del mare che scopre con meraviglia di non essere solo una goccia. Può diventare vapore, fiocco di neve, oppure nebbia o brina: questa “cosa” che trasforma Azzurrina, lasciando che rimanga sempre se stessa, si chiama “ciclo dell'acqua”. È un viaggio pieno di avventure in cui Azzurrina incontra nuovi amici ed esplora luoghi mai visti prima. Senza fine. Sì, perché le storie di Azzurrina ricominciano quando finiscono, il suo viaggio, il ciclo dell'acqua, non ha un inizio e non ha una fine, è come un cerchio: ora è goccia, ora neve, ora nuvola, ora qualcos'altro, e poi di nuovo goccia, neve, nuvola… Ma il suo nome non cambia mai, resta sempre Azzurrina. Età: da 3 anni Biglietti: unico € 6,00

Teatro Sociale domenica 10 marzo 2013, ore 16.30
«Io femmina, e tu?»
Breviario comico poetico sugli stereotipi di genere di Fabrizio Cassanelli con Federico Raffaelli e Laura Rossi regia Letizia Pardi e Francesca Pompeo collaborazione drammaturgica Francesca Talozzi scene Fabrizio Cassanelli realizzazione scene Luigi Di Giorno luci Maurizio Coroni tecnico di scena Marco Bagnai costumi Rosanna Monti foto di scena Ivo Raffaelli illustrazione originale Lucia Scuderi riprese video Lavinia Baroni produzione La Città del Teatro Un ring colorato, guantoni, sgabelli e asciugamani. Un maschio e una femmina. E una domanda: io femmina, e tu? Che sarebbe anche potuta essere: io maschio, e tu? Ma forse le femmine sono più curiose. O è uno stereotipo? Una coppia che si allena e, allenandosi, sperimenta energia, forza, sveltezza, furbizia, gioco e scherzo e con il mettersi alla prova cerca qualche risposta: uguali? Simili? Differenti? Ma che vuol dire? Che importanza ha? Nessuno vince, nessuno perde. Ma l'allenamento continua. Uno scambio continuo di ruoli e di corpi che scherzano, si travestono e condividono i ricordi dell'infanzia cercando di liberare i desideri di quando erano bambini. L'allenamento fisico diventa allenamento alla vita e soprattutto allenamento a capire quanto l'essere differenti sia ricchezza e fonte di relazioni rispettose e prive di sopruso. Scoprire il valore della differenza significa liberare le proprie personalità e rendersi consapevoli delle proprie specificità. Alla fine i protagonisti dello spettacolo capiranno di essere Laura e Federico in quanto tali e non perché appartenenti all'uno o all'altro sesso. Non è meglio essere maschi o femmine: l'importante è essere quello che si è. Ironia e poesia sono i mezzi con i quali Io femmina, e tu? si immerge, senza protezione, nel mondo degli stereotipi legati al genere e all'identità femminile e maschile. Che cosa va bene per un maschio? E che cosa per una femmina? Siamo certi che, invece, non vi sia un'altra strada che è quella della libertà dell'essere, in semplicità? I condizionamenti in base al ruolo assegnato all'uno o all'altro sesso cominciano molto presto. Già prima della nascita si inizia con il corredino rosa o celeste, si prosegue con giochi e giocattoli da maschi e da femmine, per arrivare poi alle scelte importanti nel campo degli studi e del lavoro. Con il risultato, spesso e volentieri, di educare ai modelli imposti piuttosto che alla libertà di espressione del sé. Lo spettacolo vuole, in modo benevolo, lanciare una sfida: ai grandi e ai piccoli. Quella di montare su un ring non per vincere ma per imparare ad affrontarsi e confrontarsi attraverso un gioco di continue scoperte e stupori. Età: da 6 anni Biglietti: unico € 6,00

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