La nuova Accademia Carrara
Ogni sala avrà la sua anima

Un museo da vivere con lentezza, in cui tornare e a cui affezionarsi. È il nuovo volto dell'Accademia Carrara, risultato di un lavoro presentato in commissione consiliare a Palazzo Frizzoni. Tra gli obiettivi del comitato una disposizione funzionale degli spazi.

Un museo da vivere con lentezza, in cui tornare e a cui affezionarsi. È il nuovo volto dell'Accademia Carrara, risultato di un lavoro presentato in commissione consiliare a Palazzo Frizzoni, alla presenza dell'assessore alla Cultura Claudia Sartirani, da una delegazione del comitato scientifico che da oltre un anno si dedica al riallestimento della pinacoteca cittadina.

È tra le mura della sala del Consiglio che si è parlato del nuovo assetto, commentato positivamente dai consiglieri comunali e dall'assessore Sartirani. Tra gli obiettivi del comitato una disposizione funzionale degli spazi:

«Abbiamo lavorato su una destinazione più funzionale, sui servizi aggiuntivi - spiega Enrica Pagella, dirigente del Museo Civico d'Arte Antica di Torino a Palazzo Madama -. La disposizione è stata pensata per essere espansa al museo in tutta la sua volumetria. Al piano terra ci saranno la biglietteria, il guardaroba, la caffetteria e la libreria, che dovranno convivere fino a quanto la barchessa sarà restaurata. Ci sarà spazio per le attività educative e ricreative sui temi offerti dall'Accademia, strategiche per un museo moderno».

I tecnici della commissione museografica non hanno nascosto gli ostacoli incontrati: «Il percorso a ferro di cavallo è complicato perché non è possibile circolare in maniera sempre coerente - spiega Pagella -. Nonostante questo il tragitto definito è trasparente e segue assi cronologici che si intersecano con nuclei che fanno riferimento alle scuole artistiche e riescono a tenere insieme le tante istanze della Carrara, tra cui anche quella fondamentale del collezionismo».

Ogni stanza avrà la sua anima: «La Carrara è un museo un po' speciale, le collezioni sono personali, di squisiti conoscitori, con quadri non grandi nella dimensione ma di grandissima qualità - spiega Gianni Romano, critico d'arte e curatore attivo in Italia e all'estero, già sovrintendente della regione Piemonte -. Per non far perdere questo suo carattere abbiamo tentato di usare le sale in modo organico. Ogni sala spiega e chiude un problema».

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