I cristiani nella globalizzazione
Al via tre cicli di tre serate

Monsignor Alberto Carrara, delegato vescovile per la pastorale della Cultura e delle comunicazioni sociali, introduce gli incontri del progetto «I cristiani nella globalizzazione» che cominceranno venerdì prossimo affrontando subito un tema «caldo»: cattolici e politica.

«All'inizio c'è il sogno bello di mettere a confronto alcuni dei problemi che emergono nella società e nella vita di oggi con un riferimento all'ispirazione, alla fede cristiana». Monsignor Alberto Carrara, delegato vescovile per la pastorale della Cultura e delle comunicazioni sociali, introduce così gli incontri del progetto «I cristiani nella globalizzazione» che cominceranno venerdì prossimo affrontando subito un tema «caldo»: cattolici e politica.

L'iniziativa dà seguito a un tentativo analogo svoltosi lo scorso anno, un «percorso organico – spiega monsignor Carrara – dove si cercava di rispondere alle domande di fondo: cosa vuol dire fare cultura? E cosa vuol dire mettere in rapporto la cultura con la fede cristiana?». Un «percorso formativo vero e proprio», costruito con lezioni tenute da esperti di livello, cui seguiva la possibilità di dibattere e approfondire. Un percorso che è stato seguito da più di un centinaio di persone.

«Quest'anno vogliamo continuare l'esperienza – spiega il delegato vescovile – senza però organizzare una serie lunga di incontri legati tra loro. E abbiamo così pensato tre cicli di tre serate su tematiche autonome. A cominciare appunto dalla riflessione su cattolici e politica, viste anche le urgenze del tempo presente».
L'obiettivo? Non tanto quello di approdare a qualcosa di concreto, come l'elaborazione di documenti o orientamenti precisi. Piuttosto la possibilità di coltivare la «passione del pensare» e «un gruppo di persone cui potersi rivolgere ogni volta che si presenta un'emergenza culturale». Si tratta di valorizzare la riflessione, l'attenzione consapevole alle dinamiche della vita e della società a partire, appunto, da uno sguardo legato alla fede. È una risorsa per la comunità cristiana.

Se il primo ciclo affronta il tema della politica – vi sono dedicati 3 incontri, dall'11 gennaio all'8 febbraio, con interventi di Filippo e Franco Pizzolato e poi di Mauro Magatti – il secondo si sofferma invece sulle sfide dal mondo dell'educazione – dal 22 febbraio al 22 marzo – e il terzo – dal 5 aprile al 3 maggio – propone riflessioni su «Ecologia della natura, ecologia dell'uomo».
La questione politica naturalmente è particolarmente di attualità, visto il momento dell'Italia, alla vigilia di importanti scadenze elettorali. Una questione che coinvolge il mondo cattolico, «attirato da due estremi – annota monsignor Carrara –: da una parte il disimpegno o, dall'altra, la decisione di legare strettamente la propria fede con una scelta precisa. Come fanno alcuni gruppi. Ma quando si lega troppo una testimonianza cristiana con una scelta politica si subiscono anche i contraccolpi. Da parte nostra crediamo invece che sarebbe bello che la Chiesa, la comunità cristiana, fosse il luogo in cui si elaborano gli ideali grandi della politica, della società e di fronte a questo riferimento di pensiero i cristiani fanno poi le loro scelte, che possono anche essere diverse in ambito politico. In sostanza, più si approfondisce la fede, più si acquisisce passione per fare sì che la società degli uomini sia giusta».

Una fede, che ha da dire sulla vita e sullo stare insieme degli uomini. «Molta cultura laica dice che la Chiesa non deve mettere il becco in politica. E se si intende che non debba dare indicazioni di voto e di partito può andar bene... Ma che la Chiesa – e non solo i vescovi – intervenga sui grandi temi dello stare insieme è inevitabile. Anzi, proprio la Chiesa può favorire riflessioni e anche soluzioni, a vantaggio non di se stessa o di una parte, ma di tutti. Perché la società intera sia più giusta».

Alberto Campoleoni

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