A Bergamo il titolo di «Città che legge»
E ci sono anche Dalmine e Seriate

Bergamo può ora fregiarsi del titolo di “Città che legge”, grazie al riconoscimento di Cepell (Centro per il Libro e la Lettura) che promuove e valorizza quelle Amministrazioni comunali impegnate a svolgere con continuità sul proprio territorio politiche pubbliche di promozione della lettura.

L’iniziativa, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo d’intesa con l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), vuole riconoscere e sostenere la crescita socio-culturale attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva.

Bergamo rientra tra quei 363 comuni su 520 Comuni che hanno partecipato all’Avviso per la qualifica di Città che legge, bando pubblicato nel dicembre 2016. E non è la sola, visto che nell’elenco compaiono anche Dalmine e Seriate. Per potersi fregiare del titolo di “Città che legge” il Comune deve essere in possesso dei seguenti requisiti:

· L’esistenza di un festival, una rassegna o una fiera in grado di mobilitare i lettori e di attivare i non lettori;

· La presenza di una o più biblioteche di pubblica lettura;

· La presenza di una o più librerie sul territorio;

· L’esistenza di iniziative congiunte di promozione della lettura tra biblioteche, scuole, librerie, associazioni;

· La partecipazione dell’Amministrazione comunale e/o di scuole, biblioteche, librerie, associazioni gravanti sul territorio comunale a uno dei progetti nazionali del Centro per il libro e la lettura.

«Siamo contenti di poterci dire Città che legge - ha affermato l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti - Bergamo si riconferma una città viva e culturalmente attiva. Voglio ringraziare tutte quelle persone del settore – librai, bibliotecari, organizzatori, etc – che, con il loro impegno quotidiano, contribuiscono alla diffusione della cultura nella nostra città, e hanno reso possibile l’ottenimento di questo riconoscimento».

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