Enrico Ruggeri al Palasport di Bergamo

Con 35 anni anni di brillante carriera sulle spalle Enrico Ruggeri può essere annoverato fra i più importanti cantautori italiani. Sarà in concerto mercoledì 6 febbraio, al palasport di Bergamo, a conclusione del torneo serale del torneo degli Internazionali di tennis. Ruggeri esce dalla generazione immediatamente seguente agli storici come Francesco Guccini o Francesco De Gregori e ha formato il suo primo gruppo nel 1972: si chiamavano Josafat e di lì a un paio d’anni sarebbero diventati quegli Champagne Molotov con i quali la vita artistica del musicista milanese ha mosso i suoi primi passi concreti.

Nel 1977 la nascita dei Decibel
Dalla fusione fra gli Champagne Molotov e i Trifoglio sono nati poi i Decibel, che hanno fatto conoscere Enrico al grande pubblico. Era il 1977, il mondo musicale si trovava nel pieno della rivoluzione punk e in quella direzione andava il rock dei Decibel; il pubblico distratto dalle punk star internazionali come Sex Pistols, Ramones e Clash quasi ignorò il primo omonimo album della formazione, la quale per salire definitivamente alla ribalta dovette comunque approfittare della manifestazione che con la rottura degli schemi imposta dal punk si trovava addirittura in antitesi: il Festival di Sanremo. Proprio nella manifestazione dedicata alla canzone melodica più classica si ricorda l’apparizione dei Decibel con «Contessa» come tra quelle più «rivoluzionarie», come poteva essere quella di Elio e le Storie Tese di qualche anno fa con la provocatoria «La terra dei cachi». «Contessa» e il relativo album «Vivo da re» centrarono il bersaglio dando vita al punk pop che caratterizzò la prima fase di carriera di Ruggeri, che dal 1981 iniziò la sua storia da solista.
Da allora la carriera di Enrico Ruggeri si è sviluppata abbracciando diverse influenze musicali. Le canzoni «Nuovo swing» e «Rien ne va plus» con cui egli affrontò il suo secondo e terzo Festival di Sanremo nel 1984 e nel 1986 mostravano uno sguardo attento alla malinconica passionalità degli chansonnier francesi.

Negli anni Novanta il ritorno al rock

Gli anni Novanta hanno poi segnato per Ruggeri un ritorno al rock: quello classico nella prima metà della decade con album quali «Il falco e il gabbiano» e il best seller «Peter Pan» o il singolo sanremese «Mistero»; il progressive nostalgico dei ‘70 nella seconda, con dischi come «Oggetti smarriti» o il concept album «Fango e stelle». Sono di questo periodo la fine del matrimonio di Enrico con la moglie Laura e il seguente inizio della collaborazione artistica con Andrea Mirò, oggi sua compagna anche nella vita; ma anche la separazione dalla casa discografica Cgd e il temporaneo passaggio dalla Pdu prima di approdare alla Sony/BMG a partire dal cd del 2000 «L’uomo che vola». Con il nuovo millennio è arrivato per Enrico Ruggeri il periodo della maturità, aperto con un tour acustico documentato dal doppio cd «La vie en Rouge», proseguito a Sanremo nel segno dell’impegno sociale con la commovente «Primavera a Sarajevo» e con l’aspra «Nessuno tocchi Caino» (contro la pena di morte) e con dischi come «Amore e guerra» o «Cuore, muscoli e cervello». In mezzo il gioco di «Punk prima di te», raccolta di cover realizzata come scherzo sul confronto generazionale con il figlio. Da non dimenticare l’attività di Ruggeri come autore per molti colleghi, da Fiorella Mannoia a Mia Martini. Ma oggi Enrico Ruggeri non è più solo un cantautore: ha scritto quattro libri di poesie ed è diventato conduttore televisivo per l’interessante trasmissione di Italia Uno «Il bivio».(04/02/2008)

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