Felice Gimondi racconta la sua favola
Nel libro retroscena e particolari inediti

«Per provare a dare una definizione di Felice Gimondi, del mio amico Felice, faccio sempre un raffronto con la quantità e la qualità degli altri campioni con cui mi sono misurato nel corso della mia carriera. Erano tanti e tutti fortissimi. Ma Felice era una spanna sopra tutti». Parola di Eddy Merckx.

Parole di Eddy Merckx che troviamo nella prefazione del libro che Felice Gimondi ha scritto con l’aiuto del giornalista Maurizio Evangelista, «Da me in poi», libro pubblicato da Mondadori e nelle librerie dal mese scorso (230 pagine, euro 16,90). Un libro particolare che ripercorre l’epopea ciclistica di quegli anni, racconta la storia di Felice Gimondi e della grande rivalità con Eddy Merckx, ma lo fa da un punto di vista soggettivo: è Felice Gimondi che parla, che racconta, che si confida. È Felice che ci racconta che cosa abbia voluto dire essere il più forte di tutti, essere il ciclista destinato a incarnare il mito di Fausto Coppi, e di trovarsi poi di fronte al ciclista più forte di tutti i tempi, ed essere costretto a mangiare la polvere, a masticare il sapore della sconfitta.

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