La Prima Guerra mondiale
Piccole storie in trincea

Dal Vaticano a Bergamo, dov’è stato ideato e in parte girato con il coinvolgimento di alcuni studenti. La pellicola verrà proiettata venerdì 21 ottobre, alle 10, all Cinema del Borgo.

Dopo la presentazione ufficiale alla Filmoteca Vaticana, il film documentario «In trincea-Piccole storie della Grande Guerra» sbarca in città. La pellicola verrà proiettata venerdì 21 ottobre, alle 10, all Cinema del Borgo, in via Borgo Palazzo 51, dove verrà illustrato anche il volume «In Trincea per la Pace». Le due opere sono state rese possibili grazie ad un finanziamento frutto della positiva collaborazione fra due Istituti Scolastici lombardi - il Convitto Nazionale «Cesare Battisti» di Lovere e l’Istituto Comprensivo «Darfo 2» di Darfo Boario Terme - a seguito della presentazione di un progetto su un bando promosso dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca dello Stato Italiano. Per la realizzazione dei due lavori le due scuole si sono avvalse della collaborazione di altri soggetti istituzionali e privati che a diverso titolo hanno contribuito a rendere l’operazione culturale solida e di elevato livello qualitativo.

Il volume «In Trincea per la Pace» ricostruisce il Primo Conflitto Mondiale nella sua dimensione storica, affrontandone poi le ricadute nel contesto dell’arte e della letteratura italiana. Particolarmente interessante e originale è la parte del libro in cui gli studenti di un liceo bergamasco, il «Falcone», raccontano la loro esperienza come allievi di un corso di formazione per giovani guide sui luoghi della Grande Guerra e le loro impressioni dopo avervi compiuto il primo viaggio al termine del percorso.

Alla presentazione bergamasca intervengono l’arcivescovo Ordinario Militare monsignor Santo Marcianò, il cappellano Militare don Santo Battaglia, Delia Campanelli, direttore Generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia. Introdurrà l’incontro Simone Bergamini, curatore del volume. Al termine della visione del docufilm è previsto un dialogo in sala tra il regista del film Omar Pesenti e il montatore Luca Salmaso, entrambi bergamaschi. Il film documentario realizzato dalla casa di produzione audiovisiva Officina della Comunicazione di Bergamo, in collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano si inserisce nel filone della produzione documentaristica rivolta alla divulgazione di contenuti religiosi artistici e storici voluta e sostenuta dalla Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede.

«Queste produzioni - sottolineano Nicola Salvi ed Elisabetta Sola, produttori del film - vogliono rivolgersi a un ampio pubblico mantenendo l’attenzione ai contenuti e favorendo l’utilizzo di un linguaggio moderno e accattivante. In questo tracciato trova la sua collocazione anche questo prodotto filmico nato dall’esigenza di presentare la figura dei cappellani Militari, esso ha lo spessore informativo di un documentario ma utilizza un linguaggio più vicino alla ricostruzione filmica». I cappellani Militari sono i protagonisti della narrazione, le loro stesse parole, che emergono dai diari e dalle relazioni redatti sul fronte, diventano un modo vivo e veritiero di presentare la complessità del loro ruolo inserito nel contesto di guerra nella quale si trovano coinvolti. Il materiale prezioso relativo ai cappellani Militari e un aiuto concreto per conoscerne la storia è stato reso possibile grazie alla presenza dell’Ordinariato Militare che ha accompagnato tutto lo sviluppo del progetto. Contribuisce ad accrescere l’emozione delle suggestive immagini rese con l’ottima fotografia di Marco Malizia, la densa verità del materiale di repertorio dell’Istituto Luce che correda il montaggio di Luca Salmaso.

Un unico attore, Enrico Bergamasco, interpreta tutti i cappellani: veri uomini, diversi vissuti ma un’unica missione, La narrazione è situata anche nel presente dal fil rouge intessuto dalla storia di un giovane che si imbatte nella visione di un film sulla guerra e si appassiona alla stessa scoprendo quanto i Cappellani Militari ne siano stati i protagonisti. Un dialogo tra il passato e il presente che fa crescere la consapevolezza del ragazzo, che rappresenta simbolicamente gli interlocutori primi di questo lavoro, sul fondamentale ruolo di questi uomini all’interno del conflitto mondiale. Spiega il regista del film, Omar Pesenti: «Ho scelto di far interpretare tutti i cappellani militari presenti nel film allo stesso attore, Enrico Bergamasco: in questo modo, nonostante si parli di vicende specifiche e legate a nomi noti come quelli di Giovanni Minzoni, padre Semeria, padre Gemelli, don Angelo Roncalli (futuro Papa Giovanni XXIII), don Peppino Tedeschi che apre e chiude il film, solo per citarne alcuni, lo spettatore si creerà man mano un’opinione del cappellano militare, figura sfaccettata quanto i numerosi ruoli interpretati dall’unico volto scelto a rappresentarli».

Monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, così commenta il film: «Siamo immersi in una cultura in cui la narrazione per immagini diviene più incisiva delle forme tradizionali di comunicazione ed insegnamento. Consapevoli di questo abbiamo consolidato il lavoro di produzione di film e documentari che possano essere portatori di contenuti che vadano sia nella direzione dell’informazione che della sensibilizzazione relativamente a tematiche religiose, storiche e culturali. Questo film documentario attualizza i contenuti della storia passata, delineando la figura dei Cappellani Militari in un crescendo emotivo che fa vivere da vicino il dramma della Guerra e degli uomini che ne hanno preso parte. La prima destinazione del film, la diffusione scolastica, ci ha motivato a sostenere ed ispirare questo lavoro condividendo appieno il suo obiettivo di presentare al pubblico giovane queste importanti tematiche».

Importante e fondamentale anche il sostegno fornito dall’Ordinariato Militare per l’Italia, che è bene espresso dalle parole dell’arcivescovo Santo Marcianò: «Si tratta di un lavoro prezioso che mira anzitutto ad aiutare i giovani a scoprire il terribile orrore di ogni guerra; allo stesso tempo esso vuole aprire gli occhi dei nostri giovani sullo spazio infinito dell’amore che si può spalancare anche nelle circostanze più drammatiche, un amore capace di vincere sul male, sull’odio, sulla stessa guerra. E’ proprio questo l’amore che i Cappellani Militari hanno saputo dare ai soldati con la forza di Cristo e del Vangelo, dimostrando loro vicinanza, portando consolazione, instillando il perdono; in una parola, vivendo e morendo con loro».

Grande soddisfazione da parte del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Delia Campanelli, che ha messo in evidenza l’importanza di questi strumenti a servizio della didattica della storia: «Il percorso didattico attuato è il segno di una progettualità strettamente coerente con gli intenti più alti della scuola e con la sua funzione civile e, insieme, attenta ai bisogni profondi dei nostri giovani, che rischiano, in una società che fa dell’oggi il paradigma dominante, di essere disorientati da giudizi privi di spessore. Il viaggio attraverso i fatti e i luoghi della Prima guerra mondiale ha portato i nostri ragazzi ad interpellare il passato in modo accurato e vitale, offrendo loro strumenti di conoscenza e di lettura critica e, al contempo, sollecitandoli a sguardi attenti e consapevoli sulla realtà contemporanea, plasmandone, così, l’attitudine a progettare e costruire percorsi di pace».

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