Meno tablet e più personal computer
Si inverte il trend: e tu cosa preferisci?

Invertendo un trend che andava avanti da anni, nel 2014 in Italia le vendite dei pc sono aumentate e quelle dei tablet sono diminuite.

I pc insomma, che sembravano destinati al modernariato, come vecchietti capaci di un inaspettato colpo di reni hanno raggiunto i device più «giovani». Più semplici da usare? Permettono di compiere operazioni, come la stampa di documenti o la scrittura di testi e mail, in maniera più semplice? Difficile dire perché.

Il mercato dei notebook è salito, toccando i 982 milioni di euro (+10,3%; 3,5 mln di pezzi), mentre quello delle tavolette è sceso, arrivando a 985 milioni di euro (-13,2%; 3,1 mln di pezzi).

Lo rivela il Rapporto 2015 di Assinform (Associazione nazionale delle principali aziende di Information technology), presentato all’Expo. Nel complesso, comunque, il mercato italiano dei personal mobile device (come Pc, tablet, smartphone, e-reader) è in calo.

Il trend negativo, già in atto, è proseguito dal 2013 al 2014, con un -3,3%, attestandosi su un valore complessivo di 5.705 milioni di euro. Questo perché l’aumento del comparto Pc - che ha riguardato anche quelli da tavolo, 510 mln di euro; +5,2%; 1,5 mln di pezzi venduti - «non è stato sufficiente a controbilanciare il calo degli altri segmenti, in particolare quello dei tablet».

Per i pc, l’incremento delle vendite è dovuto soprattutto «alla cessazione del supporto al sistema operativo più presente sul mercato, che ha indotto la domanda business ad aggiornare il parco», mentre i tablet pagano la «saturazione del mercato».

Allargando lo sguardo al settore complessivo dell’Ict (Information and communication Technology), il 2014 registra un calo dell’1,4% (per un volume di affari di 64.234 milioni euro) che è inferiore a quello degli anni precedenti: -4,4% nel 2012/13.

«Le previsioni - spiega Assinform - sono di una crescita dell’1,1% a fine 2015». Questo grazie al segni positivi di software e soluzioni di nuova generazione (+ 4,2%), dei contenuti digitali e della pubblicità online (+ 8,5%), dei servizi di data center e cloud computing (+37%), dell’e-commerce (+17%).

Riguardo i contenuti digitali, «il comparto della musica è ormai un business in gran parte basato sul digitale (38%) così quello dei quotidiani, con una diffusione di copie digitali (a pagamento) che ha raggiunto il 13% del totale».

Nel complesso «gli acquirenti online italiani hanno compiuto in media più di un acquisto al mese nel 2014» con «oltre 200 milioni di transazioni nell’intero 2014»: «Il fenomeno più significativo segnalato dal Rapporto - spiega Assinform - è la ripresa degli investimenti in Ict nel 2014 da parte dei più importanti settori dell’economia italiana», dall’industria manifatturiera (+ 0,6% su base annua) alle banche (+1,1%), alle assicurazioni (+1,5%).

Però, «alla chiamata sull’innovazione non ha ancora risposto la Pubblica amministrazione per la quale, invece, è proseguita la contrazione degli investimenti in Ict: Pa centrale -2,6%, Pa locale -2,1% e Sanità -2,2%».

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