Omicidio di Seriate: parla il figlio Paolo
«Quel coltello era già stato sequestrato»

«Il coltello? Era nel borsello che i carabinieri gli hanno sequestrato il primo giorno e poi restituito». Sono le 17 e Paolo Tizzani è nel giardino sul retro della sua villetta.

Venerdì 23 settembre i carabinieri hanno perquisito la villetta di via Madonna delle Nevi, gemella rispetto a quella dei genitori, sequestrando un coltello a serramanico con lama lunga una decina di centimetri, trovato nel borsello di Antonio Tizzani, unico indagato per il delitto della moglie Gianna Del Gaudio. Dal 27 agosto, quando la sua casa è stata sequestrata, vive a casa del figlio.

«È un coltello svizzero con il manico di legno, non ricordo se ha una o due lame - spiega Paolo -. Era nel borsello di mio padre. Quando ieri (venerdì, ndr) hanno sequestrato di nuovo l’arma mi è venuto spontaneo farlo presente a un carabiniere, che mi ha risposto: “Ma secondo lei non ci saremmo accorti che dentro il borsello c’era un coltello?”. Non so cosa pensare, sono certo che si tratti della stessa arma».

Sempre di venerdì è la notizia che la moglie Elena Foresti si è inventata la storia dell’uomo incappucciato che le suonava il citofono nel cuore della notte, solo quando il marito - ferroviere come il padre - era al lavoro. «I carabinieri gliel’hanno chiesto giovedì scorso, quando ci hanno interrogati di nuovo in caserma - conferma Paolo -. Le hanno detto che il suo racconto non trovava riscontri. Messa sotto pressione, ha confessato di essersi inventata tutto».

Ma al marito e al suocero l’ha raccontato solo il giorno dopo. «Ha detto che aveva paura a stare sola di notte in questa casa. Così mi ha mandato quei messaggi in assoluta buona fede, non c’è nessun altro motivo. Leggo su Facebook tanti commenti di gente che non sa come stanno le cose e spara cattiverie immotivate».

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