Radici: «Sea-Sacbo, una fusione
da cinquanta milioni di passeggeri»

Dalle grandi vetrate degli uffici direzionali, a Grassobbio, il presidente di Sacbo, Miro Radici, non vede soltanto la pista dell’aeroporto di Orio, ma anche gli orizzonti futuri dello scalo bergamasco.

Presidente, partiamo dai risultati. Il progetto di bilancio 2015 è stato particolarmente positivo, addirittura da record: +15 milioni di euro di ricavi rispetto al 2014... «Ci tengo a ringraziare tutti i dipendenti. Sono decisamente soddisfatto dei risultati, ma sono anche consapevole del fatto che sarà quello in corso l’anno con cui ci dobbiamo misurare davvero. Nel 2015, infatti, gli investimenti non erano ancora a frutto: basti pensare che abbiamo inaugurato la nuova ala dello scalo a maggio. Quest’anno, invece, entreranno a regime gli investimenti fatti e quindi mi aspetto ancora di più».

Come si inseriscono questi risultati da record nel quadro più ampio del progetto di fusione con Sea? «Sacbo è forte, è una società solidissima dal punto di vista patrimoniale e finanziario, con professionalità che ci invidiano tutti: in merito ad un sistema aeroportuale più ampio, siamo pronti a partecipare al discorso come soggetti attivi e mettendo sul tavolo tutto questo».

Anche il Pirellone potrebbe rientrare nella partita: come giudica questa ipotesi? «La Regione si è dichiarata disponibile a partecipare a un sistema lombardo complesso: per alcuni aspetti lo riterrei un elemento di equilibrio, ma bisognerà vedere le intenzioni di Maroni. Personalmente vedo di buon occhio la partecipazione dell’ente regionale, come equilibratore al di sopra delle parti, all’interno di un sistema aeroportuale di livello europeo. Linate, Malpensa e Orio potrebbero infatti arrivare complessivamente a 50 milioni di passeggeri nel giro di 2-3 anni (attualmente sono poco meno di 40, ndr)».

I rapporti con Ryanair sono molto solidi: nessuna frizione? «Un matrimonio che finora ha funzionato alla perfezione: da parte nostra non c’è alcuna intenzione di tradire e lo stesso credo che valga per loro. Non a caso il 40% dei passeggeri in Italia, la compagnia aerea irlandese, li realizza proprio qui. Offriamo un aeroporto che funziona come un violino».

Dal punto di vista ambientale i problemi però non mancano. Come si può conciliare lo sviluppo dello scalo con la vivibilità dei territori circostanti? «Siamo nei limiti, per noi il rispetto delle leggi è fondamentale. In un’ottica di miglioramento della situazione, nel 2017 inizieranno ad arrivare i nuovi aerei, che erogheranno il 30-40% di emissioni in meno. E anche la ripartizione delle rotte potrebbe aiutare dal punto di vista ambientale».

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