Un modo per aiutare i bimbi di Chernobyl
Al via la raccolta fondi con Kendoo

Raccolta fondi con la piattaforma di crowdfunding Kendoo per sostenere la fondazione «Aiutiamoli a vivere».

Nonostante siano passati 33 anni dal disastro della centrale nucleare di Chernobyl, l’aria e il terreno di quella zona, tra l’Ucraina e la Bielorussia, continuano a essere contaminati. E le persone che ci vivono, soprattutto i bambini, sono in costante contatto con la radioattività.

Le ricerche dimostrano che lunghi periodi di risanamento in luoghi non contaminati hanno enormi effetti terapeutici. Dal 1997 il comitato di Ranica della Fondazione «Aiutiamoli a vivere» organizza questi soggiorni nella Bergamasca, accogliendo i bambini provenienti dalla Bielorussia. Le spese sono alte e da oggi è possibile sostenere le attività del comitato attraverso il progetto di raccolta fondi «Un aiuto concreto per i bambini di Chernobyl», tramite il sito di crowdfunding Kendoo.

«I bambini, un gruppo di 29 e di età compresa tra i 7 e i 10 anni, vengono ospitati dalle famiglie durante il periodo scolastico – commenta Patrizia Noris, presidente del Comitato di Ranica – e, durante la giornata, dal lunedì al venerdì, svolgono attività didattica con le insegnanti bielorusse e l’interprete nei locali messi a disposizione dalla scuola del territorio».

Il comitato «organizza per loro visite pediatriche di controllo, oculistiche e dentistiche, più eventuali visite specialistiche per chi avesse necessità. Oltre a ciò prevediamo attività ricreative, gite, momenti di gioco e di festa insieme, perché il loro soggiorno sia davvero una vacanza terapeutica».

L’obiettivo di questo progetto di crowdfunding, che ha come target la raccolta di 2.500 euro, è contribuire alle spese di vitamine, medicinali, visite specialistiche, mensa e attrezzature scolastiche. In cambio i donatori riceveranno i disegni realizzati dai bambini nel corso del soggiorno, per ringraziare tutti i sostenitori del nostro progetto.

I bambini arriveranno nella Bergamasca il 16 marzo per ripartire il 13 aprile: «Purtroppo si pensa che dopo così tanti anni dal disastro di Chernobyl, l’aria e il terreno siano puliti – evidenzia Patrizia Noris –: non è così. L’area è ancora contaminata dal cesio, responsabile di leucemie e problemi a carico della tiroide. È ancora presente soprattutto nel terreno e quindi nei prodotti della terra». I bambini della zona, evidenzia, «forse hanno più problemi ora perché, a differenza degli adulti nati prima del 1986, hanno sempre e solo vissuto in aree contaminate. Gli studi dimostrano che venendo qui anche solo per un mese si riscontrano un forte abbattimento della radioattività e un aumento delle difese immunitarie».

Quattordici dei bambini attesi per il prossimo mese «sono alla loro prima esperienza, gli altri sono già stati qui da noi almeno una volta», prosegue la presidente. «Come comitato andiamo ogni anno da loro nella località di Loev per portare aiuto umanitario e per verificare personalmente in quale ambito il nostro aiuto deve essere più incisivo. Acquistiamo, quindi, in loco le attrezzature necessarie e le consegniamo personalmente ai vari enti come ospedale, scuole, casa di riposo, centro di recupero, vigili del fuoco e alle famiglie indigenti». Ma soprattutto si incontrano i bambini diventati grandi: «In vent’anni di esperienza li abbiamo visti crescere, ora spesso sono diventati genitori – conclude Noris –. E siamo diventati amici, anzi una grande famiglia».

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