«Noi in attesa da 50 minuti al freddo
e l’autista voleva “stare da solo” sul bus»

Una lettrice alla redazione: «Un caso di maleducazione su un mezzo in partenza dalla stazione di Romano».

«Vi scrivo – si legge nella lettera di Monia Calzoli – per segnalare un fatto direi grave accaduto sugli autobus Sab stamani (la lettera è del 28 aprile, ndr) perché si parla spesso (giustamente) delle condizioni in cui si ritrovano a viaggiare i pendolari Trenord e si tace invece sulle situazioni che quotidianamente interessano gli autobus, su cui viaggia fra l’altro la gran parte dei nostri figli per andare a scuola». «Questo il fatto: il pullman che alle 07,23 passa per Covo e raggiunge Bergamo ha deciso di rompersi nei pressi della stazione di Romano di Lombardia così siamo scesi e fortunatamente molti ragazzi hanno potuto raggiungere le scuole di Romano. Invece noi sfortunati che dovevamo raggiungere Bergamo per studio o per lavoro siamo stati ad aspettare il pullman successivo, quello delle 08,15 (Romano – Bergamo)».

«Verso le 08,00 – prosegue la lettera – l’autobus che era fermo alla stazione di Romano da un bel po’ si manifesta essere l’autobus che noi pendolari aspettavamo con ansia per Bergamo. L’autista apre la porta, si piazza lì davanti a braccia conserte dicendoci che non ci fa salire perché – testuali parole –: l’autista vuole il suo momento di solitudine. Io gli spiego che l’autobus precedente si era rotto ed erano 50 minuti che stavamo patendo il freddo ma lui – fra il serafico e il canzonatorio – ci dice che comunque non ci fa salire prima delle 08,15 in punto poiché vuole stare da solo (senza considerare che era stato lui ad aprire la porta e ad inserire la scritta “Bergamo”)».

«Ora – conclude la lettrice – io non pretendo che alla rottura di un autobus la Sab corra a sostituire la corsa con un altro autobus, non pretendo che la mattina si viaggi in condizioni umane, senza pullman super affollati, stipati l’uno sopra l’altro come animali, con continui ritardi, rotture e rincari. Pretendo invece che alle continue vessazioni quotidiane non sia aggiungano anche le prese in giro degli autisti. Come giudicate il comportamento dell’autista? Io lo giudico provocatorio e maleducato. Il rispetto verso gli utenti è la prima cosa in un’azienda seria, poiché sono proprio gli utenti a pagarvi il pane».

Dalla Sab, interpellata sulla segnalazione della lettrice, per ora non è arrivata nessuna replica.

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