Tiri liberi sul basket orobico: valutiamo i coach di Treviglio e Bergamo

Considerazioni sul cambio dei coach nelle due squadre, fermo restando che sarà poi il gioco certificare la bontà o meno delle decisioni.

Ci va di dare un parere se a Treviglio (Mascio) e Bergamo (Withu) è valsa la pena cambiare i rispettivi coach, da una parte non confermare Matteo Zambelli, dall’altra Marco Calvani. Fermo restando che sarà poi al parquet di gioco certificare, senza ombra di smentita, la bontà o meno delle decisioni in materia delle dirigenze. Confrontando i biglietti da visita (in casa Mascio) dell’ingaggiato Michele Carrea con quello di Zambelli il piatto della bilancia pende oggettivamente a favore del primo. Attenzione, però, a non riconoscere l’ottimo lavoro di Zambelli che, nell’ultima frazione del torneo scorso ha ridato vitalità e fiducia a un team che di colpo aveva perso lo smalto dei tre quarti d’inizio.

Poi, parliamoci, chiaro: Zambelli ha «pagato» le inedite ambizioni della società, figlie dell’ingresso del presidente Matteo Mascio che ha portato subito entusiasmo e un budget da squadra dagli obiettivi di indiscutibile spessore. In caso contrario riteniamo che la consolidata politica di casa a Treviglio avrebbe confermato il buon Zambelli in rampa di lancio. Ad avallarlo una casistica con la classica «C» maiuscola...

Alla Withu il ben servito a Calvani è stato dovuto o, se si preferisce, fisiologico. Chi avrebbe avuto il coraggio di avallare il contratto ad un allenatore che per due stagioni sportive di fila ha mantenuto l’ultimo posto in classifica? Certo, gli errori compiuti nel corso dei ventiquattro mesi vanno ripartiti equamente (o giù di lì) tra dirigenza e staff tecnico. Sulla carta il cambio con Cagnardi sembra avallabile considerando che l’ex regista del Celana (gestione Gianbattista Benigni) ha sin qui alternato campionati di A2 e di B in maniera soddisfacente.

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