Unioni civili, Malanchini come Salvini
«I sindaci della Lega devono opporsi»

«Sono pronto a tirare le orecchie a chi non ubbidisce alla disobbedienza». Il sindaco di Spirano Giovanni Malanchini prende alla lettera l’invito del segretario nazionale Matteo Salvini a dire no alle unioni civili.

Se per il premier Matteo Renzi, l’approvazione della legge, che dà un riconoscimento giuridico alle coppie omosessuali, «è una pagina storica», per il leader del Carroccio le cose non stanno proprio così. Tanto che ai «suoi» sindaci sparsi per l’Italia, chiede di disobbedire, di non celebrare cioè le «nozze» (anche se la legge le distingue dal matrimonio) tra persone dello stesso sesso.

Il coordinatore dei sindaci della nostra provincia, Giovanni Malanchini, risponde all’appello di Salvini e si riserva il diritto di obiettare: «Si stanno aprendo le porte alle adozioni gay ed è un colpo mortale alla famiglia tradizionale - spiega Malanchini, ricalcando le parole di Salvini, che ha definito la legge sulle unioni civili l’«anticamera delle adozioni gay» -. I sindaci dovranno opporsi a politiche che vogliono snaturare la famiglia, che cancellano tradizioni e cultura, portando alla disgregazione della nostra comunità».

Il sindaco di Spirano sottolinea «che non si tratta di un attacco a chi è omosessuale, al riconoscimento dei diritti civili. Ma su scelte come queste, che toccano la coscienza, deve esserci condivisione». Per legge, i sindaci saranno obbligati ad applicare la nuova norma. Ma Malanchini è pronto a ribellarsi, sfidando lo Stato, con tutto ciò che ne consegue: «Quando un sindaco non obbedisce alla legge, il Prefetto in teoria deve commissariare il Comune. Ma se 60 sindaci si ribellano non credo che il Prefetto abbia la forza di commissariarli tutti».

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