Test sierologici, richiesta elevata
Ats ferma le segnalazioni dei medici

Sono i test sierologici il fronte caldo di queste ore. Tutti li cercano, ma in pochi, pochissimi, riescono a farli. I test – ad oggi – possono essere eseguiti solo da laboratori pubblici e solo con l’unico kit autorizzato da Regione Lombardia: il kit Diasorin. I centri di analisi privati, invece, sono fermi al palo.

Dal territorio arriva la presa di posizione della Valle Seriana, rappresentata in questo caso dal sindaco di Nembro Claudio Cancelli, che forse più aveva creduto nello strumento dei test:

Sul tema è intervenuto giovedì sera anche il sindaco di Nembro Claudio Cancelli: «Sembra ormai che Ats non intenda proseguire nel fare i test sierologici nei nostri comuni. E di fatto ha coperto una percentuale bassissima di cittadini, poco più del 2%. Il nostro progetto di ricerca come Comune è ancora fermo per le ulteriori richieste di chiarimento del Comitato etico al Centro Sant’Agostino che l’aveva presentato. E i tempi così si allungano. A tal punto che mercoledì come 18 Sindaci della Media Valle Seriana abbiamo deciso di scrivere alla direzione di Ats e chiedere un incontro per essere informati su cosa intendano fare, perché siamo di fronte a un’esigenza sanitaria, non sociale. E’ importante che ci venga dato un messaggio chiaro, anche negativo se quella è la strada scelta, ma non lasciarci nella continua incertezza».

Anche i medici di base sono critici. Il perché è presto detto. Il 30 aprile i medici del territorio ricevono una comunicazione da Ats Bergamo: comunicazione nella quale si informa che ciascun dottore potrà segnalare un elenco di pazienti titolati a fare i test sierologici . La missiva arriva ai medici giovedì 30 aprile sul far del tardo pomeriggio: mancano poche ore al ponte del 1° maggio e non tutti i medici vedono la mail subito. Sta di fatto che il primo giorno lavorativo utile, ovvero lunedì 4, i medici tornati alla scrivania vedono l’informativa. E, dopo aver composto la lista di pazienti titolati a fare il test, iniziano a caricare sul portale nomi e cognomi. «Peccato che, dopo qualche ora, attorno alle 17 di lunedì 4, ci viene mandata un’altra comunicazione – spiega la bergamasca Paola Pedrini, segretario della Federazione italiana medici di medicina generale –. Il campione di persone da testare è stato raggiunto e non ci è più possibile indicare nostri pazienti. Io, per esempio, sono riuscita ad indicarne uno solo. Chi è stato fortunato e ha inserito i pazienti nel weekend ha potuto farlo senza limite. Per chi se n’è occupato lunedì, invece, c’è stato pochissimo tempo a disposizione. Il risultato è che adesso i medici non possono più segnalare i pazienti che hanno diritto a questo esame».

Disagio che serpeggia fra i medici e che diventa amarezza in un’altra categoria: quella delle forze dell’ordine. Gli agenti dell’Unione Insieme sul Serio, di base a Nembro, il 29 aprile hanno chiesto di poter eseguire tamponi e test sierologici: parliamo di 17 agenti (alcuni di loro contagiati dal virus) in prima linea da settimane in sei Comuni della Val Seriana. È di giovedì la risposta arrivata da Ats Bergamo. Che, nero su bianco, dichiara che ad oggi non è prevista l’effettuazione dei test sierologici agli esponenti delle forze dell’ordine. Ma c’è di più: da ore si moltiplicano le segnalazioni di cittadini che, già sottoposti a prelievo per la campagna sierologica regionale, sono stati ricontattati da addetti dell’Ats: addetti che, ignari di tutto, proponevano agli stessi cittadini di fare il test. «E i risultati non ci sono mai arrivati» dicono alcuni di loro .

In ogni caso, proprio l’Agenzia di tutela della salute fa sapere che ad oggi sono 7.212 i test sierologici effettuati nella Bergamasca dal 23 aprile al 6 maggio su cittadini e operatori sanitari. Nella prima settimana di indagine – dal 23 al 29 aprile - i prelievi hanno riguardato 1.054 cittadini della Valle Seriana e 1.527 operatori sanitari delle Asst Papa Giovanni XXIII, Bergamo Est e Bergamo Ovest: gli esiti dimostrano che il 62% dei cittadini è risultato positivo agli anticorpi, percentuale che scende invece al 23% fra i sanitari. Nella seconda settimana – dal 30 aprile al 6 maggio – sono state testate altre 1.549 persone fra Valle Brembana, Dalmine, Seriate e 3.082 operatori sanitari: ad aver sviluppato anticorpi il 57% dei cittadini e il 24% dei sanitari.

Ats – che fa notare un bassissimo numero di test dubbi – fa sapere che la campagna continuerà nei prossimi giorni: i medici non potranno più segnalare nuovi pazienti da sottoporre a test, almeno fino a quando non verranno rilasciate indicazioni ad hoc da parte di Regione Lombardia, ma l’Ats continuerà a contattare i cittadini già segnalati.

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