Alpini, senza leva gli iscritti sono in calo. Il tema in un’assemblea il 19 marzo

I numeri parlano chiaro: il dato complessivo degli iscritti alla sezione orobica dell’Associazione nazionale alpini ha avuto un consistente calo, passando da 27.951 unità del 2010 a 23.913 del 2021, dunque, con un saldo negativo di 4.038 tesserati, pari al 16%.

C’è però un distinguo: il drastico calo riguarda gli iscritti «alpini», cioè coloro che hanno svolto il servizio militare nelle penne nere, mentre gli «aggregati», comunemente chiamati «amici degli alpini» registrano una stabilità numerica. Il 19 marzo con il presidente nazionale Sebastiano Favero e 278 capigruppo si parlerà del futuro associativo.

«Per la verità ne stiamo parlando da 20 anni, solo che adesso è forse giunto il momento di un passo concreto. Rispetto agli amici ci sono dei tradizionalisti – spiega Sonzogni – ma ci sono per fortuna idee diverse. Gli aggregati sono persone che condividono lo stile dell’associazione, danno un contributo non solo numerico ma anche concreto. Personalmente oggi abbiamo ancora i numeri per gestire l’associazione con gli alpini, fermo restando che la presenza di uomini e donne deve essere sempre più incrementata . In fondo sto dicendo da 10 anni che su questa vita terrena non c’è nulla di eterno e anche le montagne si sono trasformate. La vera sfida – conclude Giorgio Sonzogni – sta nella capacità di trasmettere i valori e la storia nel modo più utile ed efficace. Poi il modo e la strada da percorrere si trovano». Intanto in calendario è già stata fissata anche l’assemblea dei delegati per il 13 marzo alla fiera di Bergamo e sono in corso anche i preparativi per la «Giornata regionale della riconoscenza per la solidarietà e il sacrificio degli alpini», voluta con legge regionale 119/2000, che si svolgerà sabato 2 aprile.

I numeri impongono dunque una seria riflessione proprio per affrontare in maniera realistica il complesso problema che passa attraverso la corrente dei «puri», ovvero di coloro che vorrebbero ai vertici solo chi ha svolto il servizio militare nelle truppe alpine, e chi invece ritiene sia giusto dare spazio agli aggregati, purché siano trasmessi loro i valori che contraddistinguono le penne nere.

Il 19 marzo per gli alpini bergamaschi sarà una data importante, poiché in un’assemblea di consultazione (ora e luogo sono in fase di definizione), il presidente sezionale Giorgio Sonzogni radunerà tutti i 278 capigruppo facenti parte della sezione orobica. E tanto per sottolineare l’importanza dell’appuntamento è prevista la partecipazione ai lavori del presidente nazionale Sebastiano Favero, che ha il medesimo problema anche nelle altre 79 sezioni italiane.

Da Bergamo parte dunque un «brainstorming» per parlare del futuro associativo e magari trovare delle soluzioni che garantiscano negli anni a venire la continuità dell’Associazione. Al riguardo abbiamo chiesto al presidente della sezione di Bergamo Giorgio Sonzogni una lettura dei numeri con uno sguardo al futuro.

«Purtroppo la sospensione della leva obbligatoria per i giovani nati dal 1985 è la causa principale del calo, infatti non c’è più un arrivo naturale dei ragazzi che svolgevano il servizio militare. Molti alpini in questi anni sono andati avanti, di questo – commenta Sonzogni – siamo ben coscienti, ma ci conforta però che tanti, uomini e donne che condividono i nostri valori, sono iscritti fra gli amici degli alpini». Da anni si parla di un vero e proprio esercito di «dormienti», ovvero di coloro che hanno svolto il servizio militare nelle truppe alpine ma che non sono iscritti all’Ana, di quali numeri stiamo parlando?

«Non abbiamo dei numeri precisi, ma alcune stime ci indicano qualche decina di migliaia, un numero che da solo potrebbe addirittura essere pari o superiore agli attuali iscritti. Per questa ragione da anni stiamo continuamente lanciando appelli affinché si uniscano a noi, in fondo hanno condiviso le nostre stesse esperienze».

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