Vaccinazioni, rush finale per la Fiera.
«Potenziamo Zogno e Sant’Omobono»

Questa settimana 17.996 somministrazioni nell’hub di Bergamo, poi la chiusura. La dg Stasi: «Sprint col green pass, nei due centri delle valli 6 mila nuovi slot fino a Ferragosto»

Una media di 20 linee vaccinali attive in contemporanea, con 40 medici impegnati ogni giorno e una sessantina di infermieri, oltre al personale di supporto amministrativo e i volontari della Protezione civile: è l’«esercito» messo in campo dall’Asst «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo all’hub vaccinale della Fiera che, nelle ultime settimane, sta totalizzando somministrazioni da «potenza di fuoco»: basti pensare che nella settimana dal 19 al 25 luglio sono state somministrate 21.947 seconde dosi (con vaccini AstraZeneca e Pfizer), mentre questa settimana ne sono programmate altre 17.996 (con vaccini AstraZeneca e Moderna). Ma dal 2 agosto, alla Fiera resterà attiva, esclusivamente per pochi giorni, all’inizio di agosto, soltanto una linea vaccinale «di sicurezza», per quei cittadini che si sono prenotati e che potrebbero aver fatto confusione sulle indicazioni per il luogo della somministrazione.

Dal 2 di agosto, infatti, l’hub vaccinale della Fiera di Bergamo chiuderà ufficialmente i battenti (tranne, appunto, la linea vaccinale «di sicurezza») e in contemporanea saranno avviate le operazioni di smantellamento anche di questo padiglione (quello che ospitava l’ospedale realizzato dagli Alpini in piena pandemia è già ormai libero). E Bergamo città, nei fatti, resterà senza un hub vaccinale, mentre continueranno a essere attivi fino al 31 ottobre (e potenziati già dai prossimi giorni) gli hub nelle valli, a Zogno e a Sant’Omobono, che fanno capo sempre all’Asst Papa Giovanni di Bergamo.

Sprint da incentivare

Proprio in seguito allo slancio a nuove adesioni al vaccino con l’introduzione del green pass questi due hub verranno potenziati sin dai primi giorni di agosto. «La Regione Lombardia ha chiesto di prevedere sforzi ulteriori proprio per accelerare lo sprint a nuove prime dosi. E noi volentieri stiamo dando il massimo perché arrivi a immunizzarsi il maggior numero possibile di persone – rimarca Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni –. Peraltro, il green pass sta risultando uno sprone a prenotarsi: nei nostri due hub, dal 23 agosto al 12 settembre ci sono adesioni fissate per oltre 27 mila dosi, e abbiamo deciso di aprire ad altri 6 mila slot per il periodo dal 2 al 15 agosto: sia Zogno che Sant’Omobono resteranno in funzione ogni giorno per l’intera giornata: le vaccinazioni verranno somministrate dalle 8 alle 20, come in tutta la campagna, e i centri resteranno aperti anche il giorno di Ferragosto. Questo comporterà l’attivazione di ben 14 linee sui due hub , il che significa l’impiego di almeno 28 medici al giorno e più di 40 infermieri, oltre al personale amministrativo e ai volontari. Lo sprint vaccinale sta anche nel fatto che come Asst siamo autorizzati dalla Regione ad anticipare la somministrazione delle seconde dosi a 21 giorni dalla prima. E si tenga conto, per concludere, che alla fine del mese di agosto, per tre giorni a settimana, verranno attivate linee anche all’ospedale “Papa Giovanni”: sono circa 700 slot, peraltro già occupati, destinati a chi si era prenotato alla Fiera. In ogni caso, comunque, gli ultimi giorni di vaccini alla Fiera riguardano gli utenti che avevano avuto qui la prima somministrazione e abbiamo scelto di far completare il ciclo vaccinale a tutti nello stesso hub, per scongiurare confusioni e disguidi». A Fiera chiusa, rimarca Stasi, i due hub di Zogno e di Sant’Omobono potranno abbondantemente soddisfare i bisogni del territorio di competenza dell’Asst.

La chiusura della Fiera non va quindi letta come una «privazione» di un presidio vaccinale per la città di Bergamo, ma come la soluzione a cui hanno concorso diversi elementi.

La scelta dell’Unità di crisi

«Non si poteva non tenere conto delle necessità avanzate dal mondo economico e produttivo – rimarca Maria Beatrice Stasi – , visto che la Fiera doveva tornare alle sue attività originarie. E gli accordi andavano quindi onorati. Ci siamo peraltro attenuti a quanto stabilito dall’Unità di crisi regionale, che ha deciso le chiusure di diversi hub in Lombardia, escludendo al tempo stesso, va rimarcato, l’aperture di nuovi». Se la Fiera andava riconsegnata, c’era anche un’offerta alternativa: quella del Palacreberg da parte del Comune di Bergamo: «Per utilizzarlo sarebbero serviti almeno 15 giorni per montare le attrezzature, liberare la platea e oltretutto, particolare non trascurabile, andavano previsti anche 300 mila euro di costi per riacquistare materiale telematico e altri presidi necessari per un nuovo hub vaccinale – conclude Maria Beatrice Stasi – .Una spesa così onerosa di denaro pubblico sarebbe arrivata in un momento in cui siamo al 75% delle coperture degli utenti che rientrano nella campagna vaccinale. Le linee attive e potenziate a Zogno e Sant’Omobono ci permettono di poter arrivare alla conclusione della campagna senza problemi»

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