«Davide, amico leale. Non hai mai perso
la purezza dei bambini»

Il corpo di Davide Lego, il 28 enne di Terno d’Isola morto all’alba di sabato 11 dicembre a Santiago del Teide, sull’isola di Tenerife (Canarie) in seguito a un incidente stradale in motorino, farà ritorno in Italia nella serata di martedì 21 dicembre. Atterrerà all’aeroporto di Malpensa. La data del funerale, invece, è ancora da stabilire. Nei giorni scorsi la polizia spagnola ha effettuato la perizia dello scooter di Davide, il mezzo sul quale viaggiava quando, in procinto di effettuare una curva senza illuminazione, è uscito fuori strada morendo sul colpo per un forte trauma alla testa. Bisognerà attendere diversi giorni per sapere il referto della perizia. Riportiamo qui il ricordo dell’amico Angelo Verga.

Cristallino, questa è la prima parola che penso quando ricordo Davide, una parola che racchiude tutto il suo animo, la sua persona.

Sì, perché Davide era così, spontaneo, leale, solare e alquanto anacronistico per il mondo in cui viviamo, basato sui social, sull’apparire e sul sentirsi apprezzati a tutti i costi.

No, Davide non era il classico ragazzo che abbinava la maglietta alle scarpe e i pantaloni alla camicia. Un giorno indossava camicia a fiori, scarpe gialle e pantaloni verdi e un altro indossava mocassini marroni e bomber bianco per un matrimonio.

Nel corso degli ultimi anni, ci aveva stupito con le sue «strampalate» capigliature, dai ricciolini biondi era passato ad avere dei Rasta lunghi fino al fondo schiena, poi a un certo punto si era rasato e si era fatto crescere la barba, forse era un modo indiretto per farci capire che voleva cambiare vita, che stava ancora cercando la sua strada.

Certo, gli accoppiamenti dei vestiti e le capigliature erano la prima cosa che balzava all’occhio anche per la persona meno superficiale, però non appena ci parlavi e iniziavi a conoscerlo, capivi che dietro c’era un universo, un’intelligenza e una sensibilità fuori dal comune, lo vedevi dal suo sguardo, penetrante e attento a ogni singola parola, e dal suo sorriso, stampato in faccia in qualsiasi situazione.

Personalmente ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Davide tantissimi anni fa, quando eravamo bambini. Lui non ha mai perso quella purezza che un bambino possiede per natura, anzi è riuscito a costruirci intorno molto di più, ha aggiunto amore e passione, quelli veri però, verso tutto quella che faceva e che affrontava, dal calcio (suo e nostro più grande amore) alla vita di tutti i giorni.

Ad agosto, quando ci siamo riuniti per l’inizio della nuova stagione calcistica con la nostra Aurora Terno, ci aveva comunicato la sua volontà di cambiare vita, di cercare la sua strada, questa volta non cambiandosi taglio di capelli, ma realmente, un viaggio verso un’isola relativamente lontana, baciata dal sole e dalla sabbia. Era partito giusto un mese fa, a metà novembre.

«Si è proprio la tua strada», gli dissi da amico, «Però ricordati che quando verremo a trovarti ci devi fare da guida turistica, portarci nella spiaggia più bella e prepararci il tuo cocktail migliore».

«Certo Lillo!» Così mi chiamava, «non vedo l’ora…» i suoi occhi brillavano, finalmente la scintilla che gli serviva, qui aveva dato tanto ed era sicuro (come lo eravamo tutti) che quell’isola sempre piena di sole avesse bisogno anche della sua stella, di una luminosità accecante. Quell’isola ora non ti avrà più fisicamente, ma sono certo che in così poco tempo sei riuscito a lasciare anche lì un ricordo indelebile. Fa male pensare che solo un paio di mesi fa, un sabato mattina, siamo partiti con altri dieci amici per andare a giocare a Paintball in Roncola come quindicenni, spensierati e felici, e ridevamo del fatto che tu indossassi una felpa rossa, eri un bersaglio troppo facile. «Ma mi prendi sempre!» mi hai detto. «Beh ti si vede anche da Terno!» ti ho risposto e insieme abbiamo riso, ancora una volta.

Ora te ne sei andato, ma sappi che sarai sempre qui con noi, al bar, al campo sportivo e anche nei nostri sogni, nei momenti più intimi, quando siamo soli con noi stessi. Te lo dico chiaro e tondo, sto ancora aspettando che vieni in sogno a rassicurarmi e a dirmi di non piangere, è l’unica cosa che mi fa andare a letto un po’ più sereno. Come diceva una canzone, «Ora sì che puoi prendere per la coda una cometa, puoi raggiungere forse adesso la tua meta, quel mondo diverso che non trovavi mai… Solo che... Non doveva andar così, solo che… Tutti ora siamo un po’ più soli qui…»

Davide è per te, questo bacio nel vento…

Sarai per sempre quel folletto, quel funambolo, quel ragazzo che si buttava a terra e si rialzava in un nano secondo con una capriola… Ora più che mai sarai quella persona a cui chiedere un consiglio quando ci servirà, perché basterà guardare su per incrociare il tuo sguardo e sentirti dire ancora una volta, «Dai Lillo, co la oia. Ciao DL8».

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