Sulle Orobie il «Salto degli sposi»,150 anni fa il tragico episodio

Quella del Salto degli Sposi è una storia d’amore e mistero iniziata i primi giorni d’estate del 1871, 150 anni fa, quando una coppia di giovani sposi, forse in viaggio di nozze , giunti al Passo provenienti dalla lontana Polonia ospiti di una facoltosa famiglia, un giorno furono rinvenuti senza vita ai piedi del profondo dirupo del belvedere che spazia sulla Valle di Scalve e Valle Camonica.

Dicono i racconti dell’epoca che durante il loro soggiorno erano soliti trascorrere le giornate mano nella mano, andare alla ricerca degli angoli più suggestivi e solitari. Si chiamavano Anna Stareat, pittrice, e Massimo Prihoda, violinista. Quel tragico episodio che non fu mai chiarito divenne presto leggendario. In breve tempo la pineta del «balcone di roccia di Anna e Massimo» iniziò ad essere frequentato da famiglie e gitanti e prese in breve il nome di «salto degli sposi». Nel 1930 suor Maria Ferrari, castionese, missionaria negli Stati Uniti, in una lettera inviata ad un parente con nostalgia scriveva: «…quel salto degli sposi che ero andata per l’ultima volta nel 1920 con Rina…che bei ricordi, e che bei tempi…».

Facilmente raggiungibile in pochi minuti di cammino per il sentiero che inizia dal parcheggio del bar Sport del Passo della Presolana, il «Salto», col passar del tempo è diventato uno dei luoghi più gettonati delle Orobie.

A rendere il tutto ancor più interessante ed unico, nella zona del Passo, oltre ad Anna e Massimo (o Massimiliano): alcune storiche abitazioni di pregio architettonico fatte edificare dai primi facoltosi villeggianti, la fontanella della «Sorgente Benedicta», antistante il Bar Rododendro scoperta 90 anni fa da un misterioso frate rabdomante, il «Percorso eco didattico dell’Orso», dove si racconta trovò rifugio l’ultimo orso di questi monti. Ed ancora: i numerosi fossili di conchiglie e gasteropodi giganti esposte nel Bar Museo testimoni di quando all’incirca 200 milioni d’anni fa al posto della Presolana c’era un mare dalle acque calde e tropicali.

Ed è ai piedi di sua maestà la Presolana e nel cuore di questi luoghi d’alpe ricchi d’orizzonti e natura che sembrano plasmati da un artista sublime, che 150 anni fa Anna e Massimo mano nella mano erano soliti recarsi sostando per ore nei pressi del naturale belvedere. ma un giorno, timorosi che il loro amore potesse finire, o perché il loro matrimonio era osteggiato dalle rispettive famiglie (non si seppero mai di preciso le circostanze), decisero di immortalare per sempre, nel modo più tragico, la loro felicità e bellezza.

Appoggiati ad un albero il violino e il dipinto da poco ultimato, decisero di gettarsi nel dirupo. A trovare i loro corpi senza vita ai piedi dell’alta rupe ancora abbracciati e sorridenti su di un cespuglio di rododendri è stata la guardia boschiva Bortolo Ovino, di Angolo Terme.

Tra i tanti assidui frequentatori di questo luogo e della storia dei due sposi polacchi, il premio fedeltà andrebbe ai turisti scozzesi Alec Wildin White e la moglie, Maggie Hamilton, i quali, dal 1977 al 2001, hanno trascorso qui ben 24 anni delle loro vacanze estive, interrotte a causa della morte di Alec, a 94 anni, avvenuta nella sua Glasgow a due settimane dal rientro della vacanza del 2001. Quella dei «Giulietta e Romeo delle nostre Prealpi», è una storia fattasi leggenda che continua a vincere il tempo e le mode capace ogni anno, soprattutto nei periodi estivi, di richiamare un sempre maggior numero di appassionati e visitatori.

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