Presepe vivente
a Fiumenero

Un piacevole percorso nel passato, fra le mura di case rimaste intatte nel tempo, nei ricordi della gente, fra immagini di vita. I mestieri di una volta rappresentati da ben 152 comparse, la musica delle pive e una calda accoglienza…».

Un piacevole percorso nel passato, fra le mura di case rimaste intatte nel tempo, nei ricordi della gente, fra immagini di vita. I mestieri di una volta rappresentati da ben 152 comparse, la musica delle pive e una calda accoglienza…».

Così gli «Amici del Presepe» di Valbondione raccontano il Presepe vivente di Fiumenero, contrada di Valbondione, visitato mercoledì sera 28 dicembre da molte persone e visitabile anche giovedì 30, dalle 20,30 alle 23. Giunta alla sua 5ª edizione, la sacra rappresentazione gode del patrocinio delle Parrocchie di Lizzola, Bondione e Fiumenero, del Comune di Valbondione e della Comunità Montana Valle Seriana.

La Natività è ambientata nel periodo che va da fine Ottocento ai primi del Novecento. Gli abiti originali indossati dai figuranti sono stati trovati nei cassettoni di famiglia, mentre gli attrezzi di lavoro usati nelle 33 postazioni sono stati messi a disposizione da privati e dal «Museo della Memoria», di Valbondione.

Una curiosità di cui ci parla Gianmario Rodigari, del Gruppo degli Amici del Presepe: «Per la sacra rappresentazione abbiamo potuto contare su due sacre famiglie. Mercoledì sera nella stalla della Natività la sacra famiglia era rappresentata da Claudio Conti, Paola Campanili e il piccolo Gabriele, nato poco più di tre mesi orsono. Giovedì sera saranno invece Omar Donati, Moira Flaccadori e la piccola Rebecca, nata nello scorso agosto, a raffigurare la famiglia del Redentore».

Ma cosa possono ammirare i visitatori di questo originale presepe che si snoda lungo le viuzze della contrada alpestre, negli androni, sotto i porticati, nei locali di antiche e nobili case? Ce lo spiega ancora Gianmario Rodigari: «Si tratta - ricorda - di un vero tuffo nel passato, che consente di risalire a modi di vivere che aiutano a riscoprire le nostre radici, incorniciate nella gioiosa atmosfera del Natale, che ci sprona a sperare e ad agire per un futuro migliore. Il tutto allietato dalle esecuzioni di un trio di suonatori di Cornamuse e di Baghèt, che ringrazio. Si tratta di Emiliano Rodigari di Valbondione, di Giulio Lazzarini di Gandellino e di Tiziano Dedei, di Gromo. Lungo il percorso si può anche ammirare un Poiàt, grazie al quale la famiglia Morandi, dell'agriturismo "Stala di Mostàcc", produce carbone da legna».

Ma siamo solo al principio. Lungo l'itinerario che inizia al Campo Giochi e che conduce - come la stella i Re Magi alla stalla della Natività - il visitatore si imbatte nelle botteghe del fabbro, dell'arrotino, del costruttore di gerle, del falegname, di chi lavora il legno scolpendo gli stemmi di nobili famiglie, nei locali dove si lavora la cera per costruire candele, la lana per confezionare materassi, dove si lava e stira la biancheria, nella cucina dove si preparano cibi della tradizione e in un convitto dove le suore insegnano ai ragazzi.

«La visita al presepe - conclude Gianmario - è gratuita, oltre ai parcheggi di Fiumenero sono disponibili quelli della contrada di Mola, da dove un bus navetta trasporta gratuitamente i visitatori a Fiumenero.

Enzo Valenti


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