1.100 euro e 2 figli adolescenti?
«No, così non si può vivere»

«Vivere con 1.100 euro al mese e due figli adolescenti? Non si può». È l'amara conclusione alla quale è giunta una nostra lettrice. «Prima c'erano due stipendi, e si arrivava a fine mese». Siete nelle stesse condizioni? Raccontateci come fate

«Vivere con 1.100 euro al mese e due figli adolescenti? Non si può». È l'amara conclusione alla quale è giunta una nostra lettrice, che ci ha scritto una lettera. Non perché voglia chiedere qualcosa, ma solo per parlare, per sfogarsi.

Il suo racconto colpisce, fa pensare. Soprattutto perché nelle stesse condizioni si trovano, purtroppo, anche molte altre famiglie bergamasche.

Siete nelle stesse condizioni? Raccontateci come fate

La lettera
«Vivere con 1.100 euro al mese e due figli adolescenti? Non si può.

Prima c'erano due stipendi, si arrivava a fine mese, poi uno dei due lavori viene a mancare, si sopravvive con il sussidio di disoccupazione; ma poi, lui, l'uomo di casa, decide che così non si vive e se ne va.

Inizi a chiedere alla proprietaria dell'appartamento se invece di 500 euro le puoi dare 400; la storia si ripete per alcuni mesi e quando arrivi a 300 euro la signora inizia a tormentarti e a trattarti come una delinquente che vuole truffarla.

Chiedi un prestito, devi in qualche modo sopravvivere, e così diminuisce ciò su cui puoi contare, ma non hai alternative. Poi muore tuo fratello, che fai? Chiedi un altro prestito, anche se sai che non sarai in grado di pagarlo.

Tua figlia si ammala, passa un mese in ospedale, quando esce non è guarita, necessita di esami e controlli ravvicinati, non puoi pagare l'assicurazione e la benzina per l'auto, spendere 5 euro per i ticket è fuori discussione e così la porti ai controlli a piedi, risultato, peggiorano i sintomi, non si può stancare.

Devi pagare qualcosa come 1.000 euro per il riscaldamento e tutte le mattine ti alzi sperando che non sarà quel giorno che te lo staccheranno, magari sei fortunata.

I ragazzi non faranno vacanze, non importa, c'è il Cre: ma pure lì devi pagare, magari parli con il curato, gli dici che ora non puoi, ma che in qualche modo più avanti ce la farai, e ti senti come un cane, lavori tutto il giorno e non hai niente.

Apri il frigorifero e non c'è nulla, devi inventare, magari con un pezzetto di carne e tanto pomodoro, magari una patata tagliata fine fine, così sembra tanta, riesci a far mangiare tutti e due, pane non se ne parla, troppo caro, riso bollito, riempie e costa poco.

A tua figlia si rompono le scarpe: se hai 15 euro le prendi dai cinesi, pura plastica, piedi arrossati e gonfi, ma almeno hai qualcosa ai piedi. Se i 15 euro non ci sono le fai mettere quelle del fratello, sono un po' piccole, ma se tiene  le dita ingrugnite le può portare, “sopporta un pochino, con il prossimo stipendio invece che la carne prenderemo un paio di scarpe”.

Tutti i giorni così, tutti i giorni inventando, tutti i giorni pregando il Signore che possa essere un poco meglio del precedente, perché almeno la fede c'è ancora, è gratis e ti aiuta.

Perché ho scritto questa lettera? Non perché voglio qualcosa, semplicemente ho bisogno di parlare, di avere qualcuno che mi ascolti, ma a nessuno piace ascoltare i problemi degli altri, non ho famiglia, per cui questo è l'unico modo che ho “per parlare”».

Siete nelle stesse condizioni? Raccontateci come fate

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