S. Giovanni, si torna in miniera
Per cavare il marmo arabescato

Si tornerà in miniera. Per cavare marmo arabescato orobico: quello rosso, il più pregiato, ma anche grigio e rosa. Arabescato come quello che sta alla base della Pietà di Michelangelo, nella Basilica di San Pietro a Roma.

Si tornerà in miniera. Per cavare marmo arabescato orobico: quello rosso, il più pregiato, ma anche grigio e rosa. Arabescato come quello che sta alla base della Pietà di Michelangelo, nella Basilica di San Pietro a Roma.

Il Comune di San Giovanni Bianco, a vent’anni dalla chiusura, pensa seriamente alla riapertura della sua cava in località Paglio, nella zona della Val Parina (sul versante sinistro della valle). L’incarico per il progetto di «coltivazione» (così è definita in termine tecnico l’estrazione), è stato affidato a uno studio di Bergamo. Dovrà, per esempio, stabilire le modalità di estrazione (in galleria o su parete esterna) fino al recupero ambientale dell’area.

Da cavare ci sono ancora 700 mila metri cubi di marmo, una vera miniera che potrebbe dare lavoro per decine d’anni. «E questa - spiega il sindaco Marco Milesi - rappresenta da sempre la cava più pregiata della vena, costituita da marmo arabescato rosso. Le analisi di mercato ci dicono che la richiesta, soprattutto sul mercato russo e arabo, è in aumento».

La vena di arabescato orobico attraversa Camerata Cornello e San Giovanni Bianco fino ad arrivare in Val Seriana: formatosi 225 milioni di anni fa è oggi uno dei marmi più pregiati in Italia. L’estrazione avviene ormai da circa un secolo in Val Brembana: a oggi viene estratto solo in territorio di Camerata Cornello, in zona Cespedosio.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo di martedì 25 febbraio

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