Contratti nazionali, sono ben 734
Da penne e spazzole fino ai retifici

È il caso di dire che ce n’è per tutti. Dal contratto nazionale ombrelli e ombrelloni a quello delle penne e spazzole, fino a quello dei retifici da pesca.

In tutto il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) conta 734 diversi tipi di contratti, di cui 56 depositati solo nel secondo trimestre dell’anno.

E nella maggior parte dei casi, questi nuovi contratti riguardano settori, imprese e lavoratori per i quali esistevano già contratti nazionali, ma sottoscritti da altri soggetti datoriali e sindacali.

«A dire la verità - dice Gian Primo Cella, professore emerito di Sociologia economica alla

facoltà di Scienze politiche della Statale di Milano - non mi sembra un problema così grande. Bisogna tenere conto che molti contratti nazionali interessano un numero contenuto di lavoratori».

Ma c’è qualcuno che trae beneficio da questo numero elevato di contratti di lavoro? «Non esistono solo la Confindustria e le confederazioni sindacali storiche, vedi Cgil, Cisl e Uil , ma molte altre sigle datoriali e sindacali, vale a dire un numero elevato di soggetti contrattuali».

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