Commento: non siamo spacciati
Però si devono svegliare le punte

Contro l'Udinese è stata un'Atalanta da assolvere in difesa, così così a centrocampo, inconsistente in attacco. E se non si subisce gol (annotazione positiva), ma non si riesce nemmeno a «buttarla dentro» è impossibile vincere. Per un'Atalanta impegnata nell'operazione risalita è un handicap indubbiamente pesante.

Per recuperare posizioni in classifica l'esigenza primaria è quella di collezionare più punti possibili in casa, per di più se di fronte ci sono avversarie penalizzate dai medesimi problemi. Era il caso dell'Udinese e per questo motivo bisogna rammaricarsi per non aver sfruttato la ghiotta occasione per vincere.

In molti, prima della partita, avevano definito «fondamentale» il successo al Comunale. A partita conclusa e, sbollita un po' la forte tensione, ci si è già proiettati nell'immediato futuro aggiornando la classifica e pensando al calendario. La classifica, per fortuna, ci è venuta in qualche modo incontro visto che il distacco dalla quartultima, la Lazio, è scesa da 5 a 4 punti. Magra consolazione, dirà qualcuno.

Può essere, ma un dato è sicuro. L'Atalanta non è ancora spacciata, considerando che mancano ancora 11 giornate alla conclusione del campionato, l'equivalente di 33 punti in palio. Però la domanda da porsi è questa: l'Atalanta ha concrete speranze di salvezza?

Dal sondaggio proposto dal nostro sito www.ecodibergamo.it all'indomani della sconfitta con il Milan, è emerso che il 60% dei tifosi ha votato in chiave pessimistica. Noi, invece, continuiamo ad appartenere al restante 40% motivando la speranza di rimonta nella grande compattezza del gruppo. È però ovvio che si devono svegliare gli attaccanti.
 Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA