Bossetti, la difesa ci riprova
«Deve essere scarcerato»

Nuovo ricorso della difesa di Massimo Bossetti al Tribunale della Libertà di Brescia, per cercare di ottenere la scarcerazione (o quantomeno la concessione degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico) del muratore di Mapello, in attesa di giudizio al processo di primo grado per l’omicidio di Yara.

Ben nove giudici o collegi giudicanti, nelle varie fasi del procedimento, hanno negato la scarcerazione di Bossetti: tre volte il gip Ezia Maccora, due volte il Tribunale della Libertà, due volte la Corte di Cassazione, altre due la Corte d’Assise presieduta da Antonella Bertoja.

Sabato mattina 2 gennaio gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini hanno depositato un nuovo ricorso al Riesame di Brescia, questa volta contro l’ordinanza emessa dalla Corte d’Assise poco prima di Natale, in cui veniva respinta l’istanza di scarcerazione della difesa basata su una presunta insussistenza delle esigenze cautelari, anche alla luce dell’entrata in vigore della riforma della custodia. I legali di Bossetti sottolineavano che il pericolo di reiterazione del reato non può essere desunto solo dalla gravità del fatto contestato e comunque il loro assistito non potrebbe reiterare alcun reato, se posto agli arresti domiciliari. Di diverso avviso la Corte d’Assise, secondo cui il pericolo di reiterazione si desume in maniera specifica per Bossetti dalle circostanze particolarmente efferate in cui è stato commesso il delitto della povera Yara. Venerdì, intanto, è in programma la prossima udienza del processo.

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