Mapelli, c’è la sua toga nel feretro
La scorta: «Per noi come un padre»

Alle 15.30 i funerali del procuratore Mapelli. Grande commozione degli uomini della sua scorta. Nel feretro la sua toga.

Il suo testamento spirituale l’aveva ribadito a febbraio, durante un tg di Bergamo Tv: «Ho cercato di dare un’organizzazione all’ufficio che consenta ai colleghi di concentrarsi sui casi meritevoli. È chiaro che questo implica scelte e sofferenze per casi che così passano in secondo piano, ma se l’emergenza è la violenza di genere, se l’emergenza sono i sequestri per reati fiscali o gli infortuni sul lavoro, noi su quello dobbiamo concentrarci perché la risposta deve essere celere e adeguata ai bisogni della collettività».

Ora che il procuratore se n’è andato per sempre, portato via da un tumore a 61 anni lunedì mattina nella sua casa di Monza, questa eredità aleggia nel palazzo di piazza Dante pieno del suo vuoto, nei corridoi di un pomeriggio triste dove s’è insinuato quello che sembra quasi il silenzio speciale delle chiese, che ha dentro passi, fruscii, mormorii, echi strani. «Rispetterò le linee guida che ci aveva dettato. L’ufficio sarà improntato alla massima dinamicità e all’ascolto di tutti: avvocati, privati cittadini, forze dell’ordine», spiega il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota.

Oggi alle 15,30 per i funerali in duomo a Monza: saranno i militari dei Baschi Verdi della Finanza che gli facevano da scorta dal novembre 2016, i suoi angeli custodi legatissimi a Mapelli, a portare il feretro, dentro il quale la famiglia del procuratore ha voluto mettere la sua toga, l’emblema di ciò che è stato. «Per noi era come un padre - racconta uno dei militari -. Con noi era premuroso, ci trattava come figli. Era un rapporto quasi amichevole, anche se ciascuno poi rimaneva al suo posto. Lui ci dava del tu, noi del lei e lo chiamavamo dottore. Ci eravamo affezionati, anche perché abbiamo vissuto con lui i suoi problemi di salute».

«Un magistrato competente e pieno di entusiasmo e passione per la funzione giudiziaria che svolgeva», ma anche «un uomo mite, curioso ,garbato e forte, che ha dato a tutti molte lezioni di vita anche affrontando la malattia con serenità e coraggio, senza venir mai meno al suo ruolo di procuratore e di guida»sono le parole pronunciate dalla consigliera Alessandra Dal Moro, togata di Area. Il Csm ha ricordato Walter Mapelli, il procuratore di Bergamo morto lunedì scorso. Nei giorni scorsi il magistrato aveva scritto un messaggio ai colleghi della procura di Bergamo, di cui è stata data lettura durante il plenum di Palazzo dei marescialli: «Nel nostro tempo insieme ho cercato di ascoltare e comprendere, di perseguire l’interesse comune e di essere un punto di riferimento autorevole. La vostra crescita è stata la più bella e ammirevole riposta che potessi avere, qualunque cosa succeda continuate così».

© RIPRODUZIONE RISERVATA