Mense scolastiche, Bergamo è sesta
Poli: no lunch-box precotti, sì biologico

È stato pubblicato il 5° Rating dei menù scolastici e l’indagine sulla mensa post lockdown dell’Osservatorio nazionale sulle mense Foodinsider, un report che, a causa dell’emergenza sanitaria, ha fotografato la situazione fino a febbraio 2020, valutando l’equilibrio e l’impatto sull’ambiente di una cinquantina di menù scolastici italiani rappresentativi del 28% circa della ristorazione scolastica nazionale.

Bergamo si conferma nella fascia d’eccellenza del rating al sesto posto: dopo Cremona, prima, Fano, Jesi, Trento, Rimini, c’è la nostra città che risulta particolarmente virtuosa per la presenza ridotta nei menù di carne rossa, in linea con le raccomandazioni dell’Oms che indicano proprio di diminuirne il consumo, e per l’attenzione all’impatto ambientale e per l’attribuzione di un senso sociale ed educativo alla mensa.

Dall’indagine Foodinsider sulla mensa post lockdown emerge quanto l’emergenza abbia segnato uno spartiacque tra un prima e un dopo anche nel contesto del mangiare a scuola, e come i 52 Comuni abbiano affrontato le criticità e adottato soluzioni per risolvere il problema della sicurezza e mettere in condivisione le buone pratiche.

Tra gli aspetti positivi, si rileva come la scuola sia ripartita quasi ovunque con la mensa scolastica che rimane un fattore essenziale per alimentare quei bambini che appartengono a fasce sociali fragili. Il fattore proteico dei menù scolastici è l’aspetto che più va a compensare un’alimentazione povera nelle famiglie indigenti, il cui numero è cresciuto con la pandemia.

A questo si aggiungono altri elementi interessanti: più silenzio sia in refettorio che in classe, l’investimento sulla forza lavoro, la scelta della mensa in classe, l’implementazione delle stoviglie tradizionali per rimanere plastic free, su cui anche Bergamo ha investito tanto, e la conferma dell’acqua in brocca, senza ricorrere alle bottigliette in plastica.

Il lunchbox con le monoporzioni non ha vinto. Ha vinto la conoscenza e il senso di responsabilità della maggior parte dei Comuni che hanno scelto di mantenere lo scodellamento, grazie anche all’attivo contributo di Anci in fase di definizione delle normative di riferimento.

Note dolenti: plastica, rifiuti, insieme alla monoporzione termosigillata in qualche realtà. Non a Bergamo. «Sono contenta del risultato raggiunto anche quest’anno nella classifica stilata da Foodinsider (dal 2017 siamo ininterrottamente nella top10) , che ci vede tra i comuni più virtuosi in Italia – dichiara l’assessore all’Istruzione Loredana Poli -. La ripresa dell’anno scolastico, in una situazione difficile e dolorosa come quella di Bergamo, è stata ovviamente caratterizzata dalla necessità di tener conto della situazione locale, delle norme nazionali e sovranazionali, delle esigenze organizzative delle scuole e delle maggiori necessità delle famiglie in carico ai servizi sociali. Quanto alle mense, nonostante le nuove modalità di dislocazione e di organizzazione del servizio ristorazione abbiano potuto essere concordate con le scuole solo in prossimità dell’inizio dell’anno scolastico, siamo riusciti a farle partire tutte nella consapevolezza di una necessità continua di adattamento delle decisioni in funzione di eventuali necessità o criticità».

«La riconfigurazione del servizio di ristorazione scolastica ha seguito, da un lato, l’evolversi delle indicazioni normative, dall’altro le richieste ed esigenze delle scuole, Il risultato è: quasi ovunque si mangia in classe, nessun lunch-box precotto, menù in linea con le indicazioni Oms e con prodotti da agricoltura biologica. Un grande sforzo economico, che non è gravato sulle famiglie, e organizzativo che, in questo sesto posto, credo trovino il loro riconoscimento» conclude l’Assessore Poli.

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