Nube radioattiva, si cerca l’origine
Rimane nell’aria. «Non c’è allarme»

Il rutenio ancora nell’aria. Arpa: «Ma non c’è allarme». Il Codacons:«Si apra un’inchiesta»

Seppur minime e ininfluenti per l’ambiente e per la salute, le concentrazioni di rutenio radioattivo (isotopo Ru-106) non sono diminuite rispetto a quelle registrate il 2 ottobre nel laboratorio Arpa Lombardia di via Clara Maffei a Bergamo. Concentrazioni che hanno fatto scattare l’allerta al Centro regionale di Radioprotezione attivando la rete dei laboratori di riferimento europei e informando del fenomeno anche l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

«I livelli di rutenio – precisa in una nota Arpa Lombardia – sono rimasti pressoché invariati in questi giorni, anche a causa della debole circolazione che non ha favorito il rimescolamento atmosferico. Il netto afflusso di aria da nord-ovest atteso dalle prossime ore dovrebbe favorire un ricambio. Saranno poi le analisi dei prossimi giorni a dirci se le concentrazioni diminuiranno o si manterranno stabili. Si tratta sempre di tracce molto modeste, di nessun significato ambientale e sanitario». «Per cominciare a preoccuparci della nostra salute – spiega Maria Teresa Cazzaniga, direttore del Settore Attività produttive e controlli dell’Arpa Lombardia – le tracce dell’isotopo dovrebbero essere almeno mille volte superiori a quelle registrate». Ancora ignota la causa della «nube» radioattiva

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