«Senza confini» in scena a Solza
Ovadia parla di ebrei e zingari

Sarà una "prima regionale" lo spettacolo di e con Moni Ovadia in programma venerdì 29 maggio a Solza, nella Nuova Area Feste di via Rossini (inizio alle 21.30, ingresso 10 euro).

"Senza confini" - questo il titolo dell'opera che andrà in scena - è, come dice lo stesso Ovadia, "un piccolo ma appasionato contributo alla battaglia contro ogni razzismo. È un recital di canti, musiche, storie Rom, sinti ed ebraiche che mettono in risonanza la comune vocazione delle gente in esilio, una vocazione che proviene da tempi remoti e che in tempi più vicino a noi si fa solitaria, si carica di un'assenza  che sollecita un ritorno, un'adesione, una passione, una responsabilità urgenti, improcrastinabili. 'Senza confini' e’ la nostra assunzione di responsabilità, la sua forma si iscrive nella musica e nel teatro civile, arti rappresentative e comunicative che possono e devono scardinare conformismi, meschine ragionevolezze e convenienze nate dalla logica del privilegio per proclamare la non negoziabilità della libertà e della dignità di ogni singolo essere umano e di ogni gente".

Lo spettacolo si terrà per iniziativa del Comune di Solza e dell'Associazione socioculturale «Lunanuova».

Moni Ovadia, oggi è considerato uno dei più prestigiosi e popolari uomini di cultura ed artisti della scena italiana, il suo teatro musicale ispirato alla cultura yiddish, che ha contribuito a fare conoscere e di cui ha dato una lettura contemporanea, è unico nel suo genere, in Italia ed in Europa ed ha un vasto pubblico di tutte le generazioni.

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