Cinema e migrazioni, al via una rassegna di film

Il CE.R.CO. - Centro di Ricerca sull’Antropologia e l’Epistemologia della Complessità diretto dal Professor Mauro Ceruti, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bergamo, il Laboratorio 80, con Sezione Aurea, il Coe di Milano e la collaborazione della Provincia di Bergamo, hanno organizzato una serie di giornate di studio e una rassegna cinematografica sul tema «Cinema e migrazioni», che si affianca alla rassegna cinematografica: «Africa e dintorni - Cinema dell’altro mondo».Due, quindi, i momenti in cui è diviso l’evento che si snoderà - dal 4 all’8 maggio prossimi - presso l’Auditorium di Piazza della Libertà per quanto riguarda le proiezioni serali, e la sede della Facoltà di Lettere in Sant’Agostino, per l’attività diurna: il primo, prettamente cinematografico, prevede la proiezione di una serie di corto e lungometraggi; il secondo, più a carattere seminariale, prevede una serie di lezioni, di incontri e di proiezioni, legate, oltre che al tema portante - cinema e migrazioni - anche alle ricerche di antropologia visiva. Non a caso verranno proposti, tra gli altri, lavori del grande etnologo-cineasta francese, Jean Rouch. Rouch è considerato il padre del cosiddetto cinéma direct o cinéma vérité ed è stato uno dei maggiori cineasti-esploratori del secolo scorso (nato nel 1917, Rouch è morto il febbraio scorso in Niger). Di lui verrano presentati il leggendario Moi un noir (1958) che segue la vita di tre ragazzi emigrati dalla campagna in città e il corto Jaguar (1952).

In programma anche il film Tirana anno zero del regista albanese Fatmir Koçi, un film ambientato nella Tirana ancora sconvolta dai tragici fatti del 1997, ma realizzato con il tono brillante della commedia benché dal retrogusto amaro (4 maggio, ore 20.45). Mercoledì 5 invece viene ripreso il film afghano, Osama di Siddiq Barmak che racconta la vita di tre donne - una ragazzina, sua madre e la nonna - nella Kabul oppressa dal regime dei Talebani.

Due cortometraggi e un lungometraggio giovedì 6: Echos d’Algérie di Khaled Ammari, Africa Paradis di Sylvestre Amoussou e Un posto al mondo di Mario Martone e Jacopo Quadri. In quest’ultimo film, Martone e Quadri, gettano il loro sguardo sulla Roma multietnica di oggi per raccontare "le storie di chi è arrivato qui cercando appunto un diverso "posto al mondo", e che sì è lasciato tutto alle spalle". Venerdì 7 maggio, Aspettando la felicità il nuovo, sorprendente film del regista Abderrahmane Sissako, ambientato tra i silenzi e i grandi spazi di uno sperduto villaggio battuto dal vento e stretto tra il deserto e l’oceano. Un film sull’attesa e la speranza. Segue, Moi un noir di Jean Rouch. La colère des dieux di Idrissa Ouedraogo e il concerto del gruppo Backo Djelli concludono, sabato 8 maggio, la rassegna. Questo per quanto riguarda il programma strettamente cinematografico.

Contestualmente alla rassegna serale, durante il giorno, presso la sede universitaria di Sant’Agostino si svolgeranno le giornate di studio propriamente dette. Per studiare come «Attraverso la rappresentazione antropologica visiva e la narrativa cinematografica è talvolta possibile raggiungere una conoscenza diversa, drammatizzata ed intima delle pratiche dell’identità». Molti i temi sul tappeto a partire dalla presentazione (mercoledì 5 maggio - aula 7) di una ricerca a cura di Maria Benadussi del CE.R.CO. dal titolo «Seconde generazioni di stranieri in Italia - Alternative identitarie».

L’antropologia visiva: le scuole dello sguardo tra osservazione e partecipazione è invece il tema della secoda giornata di studi a cura di Cristina Grasseni, Elena Bougleux e Carmelo Marabello. Si tratta di un «laboratorio didattico con proiezione di filmati etnografici dedicato alla presentazione di alcuni degli stili e delle tecniche che hanno fatto scuola nell’ambito dell’antropologia visiva». Venerdì 7 verrà presentato il volume di Cristina Grasseni, «Lo sguardo della mano. Pratiche della località e antropologia della visione in una comunità montana lombarda» edito dalla Bergamo University Press, cui seguirà nel pomeriggio, una lezione del professor Antonio Marazzi dal titolo, "Antropologia visiva e incontri interculturali". Sabato 8, infine, una serie di proiezioni di film del cosiddetto "Cinema con l’accento" (quel cinema realizzato da cineasti migranti di seconda generazione), a cura di Giulia Grassilli, che concluderà le intense giornate di studio.

Le giornate di studio

La rassegna

(30/04/2004)

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