Marzo, le mostre in programma

Il giovane Roberto Cuoghi, artista che vive e lavora a Milano, propone fino al 31 marzo nello spazio «Eldorado» della Gamec, un progetto inedito dal titolo «Foolish Things» (sciocchezze).

Si tratta di tre lavori che corrono sul filo sottile che divide inquietudine e ironia, realtà individuale e apparenza collettiva. Se nel padiglione di vetro del bookshop della Gamec un fitto boschetto improvvisamente si anima, scosso da tremiti misteriosi, nelle sale interne sono ospitati «Friendly Neighbourhood», serie di ritratti di ispirazione pop dedicati agli aspetti meno noti della biografia di Andy Warhol, e la video proiezione «Foolish Things», dove, sulle note della nota canzone d’amore degli anni ’30, il sole continuamente sorge e tramonta all’orizzonte di una spiaggia che ha il sapore e i colori della favola.

Dipinti, litografie, serigrafie e acqueforti del milanese Franco Rognoni raccontano al pubblico, nella personale aperta fino al 29 marzo alla Galleria del Tasso (via T. Tasso 101 a/b), la personalissima dimensione pittorica dell’artista.

Il disegno leggero, talvolta apparentemente «infantile», scopre nella tela bianca un mondo da popolare di forme e colori, uno spartito da riempire di soli, lune, stelle, gondole, figurine, fiori, cattedrali, rossi, blu, gialli, verdi.

Ne nasce un teatro fiabesco, tenero e sorprendente, corroso tuttavia, nelle pieghe, da un’ anima ironica e sarcastica che ne denuncia impietosamente l’irrealtà.

Spazio, forma e colore: sono i tre ingredienti fondamentali della pittura di Marco Tirelli, protagonista fino al 28 marzo alla Galleria Fumagalli di una mostra che, proveniente dalla Mathildenhöhe di Darmstadt , farà successivamente tappa alla Gam di Bologna. Con il ricorso a un assoluto rigore tecnico e formale e a una tavolozza plumbea e terrosa, le geometrie diventano «oggetti» affascinanti e tangibili, sospesi in uno spazio silenzioso e metafisico, vibrante soltanto di un sottile dialogo tra luce e oscurità. E’ così che il pittore diventa «architetto dei luoghi dell’immaginario» e la geometria «distillato della realtà».

La mostra è accompagnata da una corposa monografia, edita da Charta, che ripercorre l’itinerario artistico di Tirelli, con testi di Klaus Wolbert, Peter Weiermair e Giorgio Verzotti.

Dopo l’indagine tagliente e sofferta sulla figura umana, le «Periferie», in particolare gli spazi urbani bergamaschi, diventano protagoniste degli ultimi lavori della bergamasca Patrizia Masserini, esposti fino a fine mese alla Galleria Arsmedia di via S. Tomaso 49/b. «Le tele - scrive in catalogo Maurizio Sciaccaluga - sono ora schermo su cui scorrono fotogrammi di una pellicola, e ogni scena è ripresa e mostrata in soggettiva»: ecco allora lo sguardo dello spettatore sfrecciare, come l’occhio di una telecamera, per le strade cittadine, tra lampi di luce notturna, automobili in corsa, palazzi d’argento, asfalti liquefatti dal calore aranciato del sole.

Se la velocità trasforma lo spazio in un non-luogo, in un frammento di realtà provvisoria, il ritmo all’improvviso si fa lentissimo al passaggio di anonime figure umane, fantasmi di solitudine e incomunicabilità.

(22/03/2003)

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