Sta bene Alessandro, il bebè nato in casa
L’emozione del papà, ostetrico per necessità

Roberto «guidato» al telefono dal 118 per assistere al parto. Poi il trasporto in ospedale: mamma e bebè stanno bene «Fino a mezz’ora prima non c’era alcuna avvisaglia»

«Visto che il termine era stato il 3 gennaio, sapevamo che sarebbe dovuto accadere a breve, ma non immaginavamo così tanto a breve...». Ha il sorriso anche nello sguardo mamma Beatrice Bertocchi, impiegata di 23 anni, di Torre Boldone, mentre racconta l’«improvvisa» nascita del suo secondogenito Alessandro, venuto alla luce – sanissimo e di ben tre chili e 410 grammi di peso – in casa, sette minuti dopo le 2 della notte tra martedì e mercoledì 9 gennaio. Le prime avvisaglie meno di mezz’ora prima: «Fino a sera non avevo nulla – racconta, ancora incredula –: all’1,40 sono arrivate le prime contrazioni».

Così ha avvisato il marito Roberto Galata, corriere di 25 anni: il loro primogenito Andrea, 5 anni e mezzo, era a dormire dalla bisnonna. «Abbiamo iniziato a preparare le varie cose per uscire e venire qui in ospedale – aggiunge la neomamma –. Ma a un certo punto ho detto a Roberto che stava per nascere, lì in quel momento. Mi è venuto naturale spingere e gli ho detto di chiamare il 112».

Al telefono un’operatrice della centrale Areu dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo gli ha spiegato per filo e per segno cosa fare: «In verità nulla di particolare, se non seguire la normale procedura in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, giunta due o tre minuti dopo la nascita di Alessandro – aggiunge mamma Beatrice –. È stata un’emozione davvero unica e indescrivibile. Eravamo in sala, è successo davvero tutto rapidamente. Appena Alessandro è nato, Roberto l’ha preso e me l’ha messo tra le mie braccia. Arrivata l’ambulanza, il personale del 118 è stato molto gentile e ha avvolto Alessandro in una copertina. Dopodiché ci hanno portato qui».

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