Il collezionista
di paesaggi sonori

In un mondo pilotato dalla rapidità dell’immagine stiamo perdendo la capacità di ascoltare. Non si tratta dell’attenzione a ciò che dice il prossimo - una battaglia che da tempo conduciamo sulla difensiva - ma dei suoni che ci circondano e che costituiscono il nostro paesaggio sonoro.

A questo proposito «Pianeta acustico» (edizioni Dedalo) è un libro capace di cambiare il modo di ascoltare i rumori e soprattutto ciò che erroneamente definiamo silenzio. Anche perché l’assenza di suoni non corrisponde a ciò che comunemente definiamo quiete: il silenzio è una condizione difficile da realizzare, e non solo negli ambienti urbanizzati e densamente popolati che frequentiamo, ma anche in natura. Dobbiamo pensare che viviamo in una miscela d’aria che trasporta continuamente onde sonore e i limiti delle nostre percezioni stanno nella fascia di frequenze che il nostro orecchio è in grado di percepire e nelle priorità assegnate dal nostro cervello (implacabile regista dei cinque sensi). Così in realtà anche quando non ci sembra di distinguere nulla, il suono che ci accompagna contiene sussurri, spifferi, sibili, vibrazioni, scricchiolii.

L’autore del libro è Trevor Cox, professore di ingegneria acustica dell’Università di Salford, racconta i suoi viaggi e le sue curiosità alla ricerca dei luoghi della Terra con maggiore «personalità» sonora, in sostanza posti che possono definirsi monumenti acustici. Un percorso molto variegato che si snoda tra deserti e laghi ghiacciati, foreste e oceani, piramidi e caverne, opere della natura e costruzioni frutto dell’ingegno o della casualità umana. Tutti luoghi che alle orecchie del visitatore rivelano effetti inaspettati e sorprendenti.

È curioso scoprire che l’idea di scrivere un libro simile è passata per la testa di Cox mentre si trovava in un vecchio condotto fognario londinese e, in mezzo a strati di luridume dallo spessore storico, sperimentava gli effetti sorprendenti di un particolare riverbero. Infatti il professore ha speso gran parte del suo impegno lavorativo nel risolvere il problema dell’acustica perfetta, ossia come eliminare le «interferenze» e amplificare la fonte sonora desiderata. Problemi legati in gran parte dalla forma degli edifici e dai materiali impiegati, ma anche dall’uso che ne viene fatto e dalle condizioni climatiche. Così, ritrovarsi in un posto non pensato per la frequentazione umana gli ha permesso di mettere a fuoco un eco «metallica e spiraleggiante», una risposta quasi beffarda alla sua invasione che l’ha spinto a diventare una sorta di collezionista di curiosità acustiche.

Accompagnati dall’ingegnere inglese veniamo a conoscenza di luoghi e fenomeni singolari come cisterne e serbatoi sepolti in Gran Bretagna dove regna la riverberazione, il grande organo a stalattiti nelle caverne Luray in Virginia che regala interpretazioni autenticamente «rock», il cinguettio delle irte scalinate delle piramidi Maya che vorrebbe evocare il messaggero divino Queztal, l’eco fenomenale di Villa Simonetta a Milano (oltre 40 ripetizioni, almeno finché non venne danneggiata dalle bombe nella Seconda guerra mondiale e poi ricostruita), e i sussurri rimbalzanti della stazione di spionaggio abbandonata a Teufelberg in Germania e i segreti delle dune canterine nel deserto del Mojave in California.

Non mancano riferimenti al mondo animale: le interferenze umane (traffico mercantile e sottomarino) nelle comunicazioni subacquee delle balene, i trucchi delle falene per depistare i sonar dei pipistrelli cacciatori oppure le performance dei cantanti alati nelle foreste e dei grilli nei film western. E poi ci sono le sperimentazioni artistiche: musicisti che si esibiscono in sale dalle forme particolari per giocare con il riverbero, suonano strumenti a fiato di ghiaccio o pesanti litofoni, sculture sonore che replicano e amplificano i sussurri dei visitatori. Le sale anecoiche invece isolano il suono e ne riducono la portata, ma anche qui di vero silenzio è difficile parlare poiché l’ascoltatore stesso è una fonte di sonorità.

Cammin facendo Cox illustra nozioni di fisica, aneddoti storici e particolarità di una disciplina scientifica - l’acustica - ufficializzata soltanto alla fine del XIX secolo da parte del fisico Wallace Clement Stabine, ma oggetto di un costante interesse nella civiltà umana. Infatti l’obiettivo di ascoltare e farsi sentire resta una sfida aperta e, a giudicare dai clamori della nostra quotidianità, lo sarà sempre di più negli anni a venire.

Gianlorenzo Barollo

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